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martedì 18 dicembre 2012

IO STO CON MARCO

Marco Pannella, classe millenovecentotrenta, è un combattente.
E' uno che se sei in guerra si fa sparare per salvare te. E' uno che crede.
E ciò in cui crede lui lo sa benissimo, perchè, diciamocela tutta, la forza di Pannella è sempre stata questa fede laica in qualcosa che lo avvicinasse molto di più all'Assoluto di molti suoi colleghi che, l'Assoluto, lo prendono in considerazione per una buona campagna elettorale.
Sono ore dure, adesso, per Marco Pannella. Tra la vita e la morte per colpa di un'idea che, in questo caso, non è soltanto un'astrazione.
E' una delle battaglie dei Radicali, che (anche) lui ha fondato nel 1955, quella del voto ai detenuti.
Ennesima dimostrazione di inciviltà italiana che cataloga le persone in base a tanti fattori e non si ferma al fatto che sono persone, e basta.
Chi glielo fa fare a ottantadue anni di rischiare la pelle in questo modo?
La passione? La sete di giustizia? La mania di protagonismo?
Forse è proprio la cocciutaggine pannelliana che negli anni abbiamo conosciuto a fargli fare l'ennesimo sciopero della sete.
Perchè in questo paese in mano a Vaticano, Massoneria e Banche, i Radicali sono stati gli unici (in termini politici) a battersi per quello straccio di diritti civili di cui oggi godiamo.
Tante battaglie, a dimostrazione che la politica (o l'opposizione) dovrebbe essere fatta così, anche quella su dove i cani vanno a pisciare. (cit.)
Dicevo tante battaglie, alcune condivisibili, alcune sacrosante, alcune sbagliate, ma ciò che conta è il non levarsi l'elmetto da combattente. Mai.
Qualcuno dice che si può restare giovani dentro, quando si invecchia.
Ebbene, SuperMarco, è molto giovane, anzi, giovanissimo.
Rischia la morte per una battaglia a favore dei diritti dell'uomo (perchè anche il carcerato lo è).
Tutti i perbenisti stanno facendo a gara per "convincere" Marco a smetterla con questo sciopero, perchè la vita è più importante e bla bla bla.
Ma la vita diventa importante quando credi in qualcosa e ti batti per questo e SuperMarco la vita l'ha vissuta come un rapporto sessuale.
Pannella fa all'amore con la vita, se la fotte, come direbbe Bukowski.

Marco, con quei capelli alla Voltaire, con quelle idee liberiste e libertarie, probabilmente passerai alla storia come uno dei più grandi uomini politici italiani, proprio perchè tu la politica la fai, giorno per giorno.
Ma non illuderti, perchè come dice Vasco Rossi in "Laura" (tratto da "Canzoni per te"), ".. la gente in fondo vuole il Natale con la neve".

lunedì 10 dicembre 2012

Che bellezza essere anarchico

In tanti, sbagliando, associano l'anarchia alla violenza.
Forse perchè,  fin da quando vediamo la luce, siamo indirizzati verso un'educazione fascista nei termini, piena di regole, di schemi, di preconcetti, di pregiudizi eccetera.
Oggi il mondo sta cambiando, in fretta, tanto in fretta e se non prendi in mano la tua vita, vieni spazzato via come un alberello investito da un tornado.
Le regole che ci vengono imposte da sempre, in modo più o meno subdolo, che dobbiamo rispettare sempre e comunque anche se esse sono stupide per principio (esempio: la moda), hanno delle conseguenze catastrofiche se non le rispetti.
Se non le rispetti sei un emarginato, un pazzo, un visionario, un utopista.
Oggi se non voti i soliti nomi sei un populista.
Se non compri QUEL paio di jeans sei uno sfigato, se non hai QUEL telefonino sei un poveraccio e se non prendi l'aperitivo sei un associale!
E' così.
Siamo pieni di pregiudizi e preconcetti e chi ha la forza di uscire da questi schemi (leggasi "pippe") mentali è considerato un folle!
Evviva i folli!!
Io sono l'emblema della follia.
Gaber, Lèo Ferrè, De Andrè, Pasolini, Bakunin, Gramsci eccetera, hanno tracciato un solco ben definito sul problema dell'io come persona. (cit.)
Non si tratta di essere di sinistra, si tratta di essere anarchici.
Dobbiamo esserlo tutti.
Dobbiamo mandare affanculo tutti questi benpensanti giudiconi, dobbiamo riassaporare gli odori ed i gusti che questa nostra Madre Terra, sempre più stuprata, ci offre, nonostante tutto.
L'essere anarchici è una ricchezza.
E' rifiutare la gianduia perchè si preferisce la merda.
Perchè dalla merda nascono i fiori, cantava qualcuno.
Dobbiamo avere un pensiero libero e solo chi non appartiene a NIENTE ed a NESSUNO, lo può essere.
Chi si schiera politicamente è già schiavo, perchè ha insito in sè, il pregiudizio.
L'anarchico è un individuo che ogni giorno sceglie d'essere felice o incazzato, che probabilmente sogna troppo, ma è proprio questo che manca a questa genìa di omologati: il sogno!
Liberiamoci dalle catene dei pregiudizi e siamo anarchici per assaporare la vera libertà.
E la politica intesa come la conosciamo noi, non c'entra niente.
L'anarchico è contro QUESTE regole, è contro QUESTE istituzioni, è CONTRO questo potere.
Hai capito?
 

lunedì 3 dicembre 2012

E' un mistero (non più) buffo

Tutto sembrava, tranne un uomo di sinistra.
Non sto parlando di BERsani ma di Silvio Renzi.. ehm... Matteo BERlusconi, cioè volevo dire, Matteo Renzi.
Sì, quello che per un annetto ha mandato a farsi fottere il proprio comune per inseguire il sogno di diventare il primo uomo di destra a guidare la sinistra (dopo D'Alema).
Non basta la camicia bianca con le maniche tirate sù e la cravatta nera per essere l'Obama bianco.
Gli aficionados, anche in questo caso non si smentiscono mai, hanno preferito affidarsi a chi è in Parlamento dal Neolitico, senza idee (nuove), piuttosto che dare fiducia ad una faccia nuova.
Sì, perchè sembrerà strano ma è proprio delle facce che, per prima cosa, la politica italiana ha bisogno.
Renzi è uno che la televisione la usa bene, usa bene anche i social network, insomma conosce bene il verbo "comunicare" che è già qualcosa di molto nuovo nel PD.
Anche perchè l'ultima gemma del Bersani-pensiero (?) era, l'indomani della vittoria del Movimento 5 Stelle a Parma, "Non si può dire che abbiam perso, diciamo che abbiamo non vinto", neanche il miglior Bergonzoni sarebbe arrivato a tanto.
Renzi si è autorottamato ma l'ha fatto con stile, altra parola che non esiste in politica, dopo il ballottaggio, infatti, ha candidamente ammesso la sconfitta prendendosi tutte le responsabilità.
Non ho stima nè per l'uno nè per l'altro e nè per quest'altro, ovvero, l'altra faccia nuova: Berlusconi.
Sì, dovrebbe ricandidarsi, ormai senza più credibilità alcuna, con il solito esercito della peggior gente raccattata tra il varietà, la tangenziale di Milano Est e Rebibbia, sembra avere quella sferzata di entusiasmo non più contagioso.
I suoi slogan e le sue barzellette non avranno più acchitto, anche perchè, ha contro una certa Giorgia mecoj.. Meloni (chi???????).
Il Pdl è ai minimi storici, potrebbe davvero perdere, perfino, col Pd di BERsani (non Samuele, n.d.r.).
Ci sono tutti i presupposti che il Movimento 5 Stelle faccia man bassa, alle prossime politiche.
Grillo sta raccogliendo consensi da parte di tutti i delusi d'Italia (che sono tanti) e in più, in questi anni, sta dimostrando che la politica la sanno fare, i grillini: a Parma, come in altre città.
I grillini sono uno schiaffo morale a chi li considerava zero fino a qualche anno fa ed ora li invita nei talk show (dove Grillo gliene ha giustamente proibito la comparsa), sono la risposta del popolo, di quello stesso popolo che ha firmato referendum per l'acqua e per il Parlamento Pulito, slogan solo ora in voga da parte di tutti.
E rallegriamoci di avere il Movimento 5 Stelle, perchè in tante parti d'Europa (vedi Grecia), quella parte di delusi dalla politica si è incazzata (verbo troppo osè per l'italiano medio) creando dei movimenti scatenati neonazisti, che stanno sempre più raccogliendo consensi popolari.
Sarei felice di vedere una faccia nuova a capo di qualcosa in Italia, perchè questi dinosauri che ci hanno rovinati, sono davvero ormai insopportabilmente morti dentro.

lunedì 26 novembre 2012

Il peso delle parole

Le parole possono essere macigni, spesso.
Succede che lo diventino per un ragazzo di Roma, ad esempio,di quindici anni, con una vita davanti,  vita spezzata forse perchè ha dato troppo peso a queste parole.
Non entro nel merito di questa vicenda per rispetto.
Volevo solo scrivere qualche riflessione che ho fatto dopo questa vicenda.
Il giorno dopo l'accaduto, ho visto i profili di facebook colorati di rosa in segno di solidarietà, per carità, un gesto che siamo capaci di fare tutti, anche perchè se non lo fai sei (di già) discriminato come "razzista".
E' troppo facile essere solidali dopo che un fatto è successo: ogni giorno, ogni ora, ogni minuto della nostra vita noi (io per primo) siamo troppo spesso dall'altra parte.
Siamo noi, i primi, a giudicare.
Si giudica per "gusti sessuali", per scelte politiche, per scelte di vita, per qualsiasi cosa ma si giudica. Sempre e comunque.
E allora siamo nella stessa situazione di chi ha dato del "frocio" ad un ragazzo che magari aveva dei pantaloni rosa solo perchè era un cazzo di colore che gli piaceva.
E' troppo facile fare i pompieri del nulla.
Ogni giorno dell'anno, c'è la Giornata Mondiale per qualcosa.
Questo mi rimanda al monologo di Gaber, "L'Azalea", dove il Maestro deride tutti questi finti attestati di solidarietà.
Succede ogni giorno che tu giudichi i negri, i froci, i matti. Loro sono diversi.
Sì, perchè è così che succede.
E' un meccanismo inconscio che porta tutti noi, dal più perverso al più candido, al giudizio.
Poi magari a forza di dirlo, per scherzo (?), uno si autoconvince pure e lo trovi impiccato.
Peccato, perchè era un bravo ragazzo. (cit.)
E allora gli sciacalli ci sguazzano, nuotano in questo fango che è la morte. Magari macabra, magari misteriosa.
Ricordo la vicenda di Sarah Scazzi, sopra la quale opinionisti del nulla si sono arricchiti, conduttori televisivi hanno fatto carriere.
La madre, invece, con quel volto che sembrava scolpito da un Michelangelo risorto, taceva, in un silenzio agghiacciante e proprio per questo assordante.
Non sono nessuno per dire se Andrea ha fatto la scelta giusta, probabilmente l'unico modo che mi viene in mente per ricordarlo è "Preghiera in Gennaio" di Fabrizio De Andrè, che la dedicò a Tenco.
Ma anche questa, è un'altra storia, oppure no.

lunedì 19 novembre 2012

Sessantottini, dove siete?

E' la domanda che noi choosy, ci stiamo ponendo da qualche anno.
Dove siete finiti, rivoluzionari?
Giorni fa, mi sono trovato a discutere con una Docente Universitaria che mi spiegò l'importanza del sessantotto soprattutto perchè ".. se puoi permetterti di portare i capelli lunghi ora senza che nessuno ti dica niente è anche grazie al sessantotto..".
Premetto che per questa persona ho una stima infinita per mille motivi, tali per cui non mi ha portato a risponderle con un "minchia!".
Di questo argomento ne ho parlato direttamente anche con uno che di Rivoluzione ne sa qualcosa: Renato Curcio.
Premetto ancora che Renato è una persona che stimo, non per quello che ha fatto, ma per quello che è diventato dopo l'uscita dai mille carceri che ha girato.
Mi disse che le intenzioni primarie delle Brigate Rosse e affini, erano anche positive: erano quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo. (cit.)
Poi si passò alla violenza, perchè alla violenza, da sempre, si risponde con la violenza, in questo sporco mondo.
Poi mi disse, ma non solo a me, lo si può verificare in varie biografie ed interviste che ".. dopo il mio arresto, che avvenne prima dell'uccisione di Moro, di cui io non ne sapevo nulla, ci fu una sorta di resa, e dal carcere sentii un sempre più frequente distacco tra gli ideali che ci avevano fatto nascere, soprattutto perchè molti compagni si fecero comprare...".
Curcio, il carbonaro (cit.), sostenne che molti di quei nuovi (rispetto alla sua militanza, n.d.r.) compagni (o presunti tali) si fecero comprare dal dio denaro, accantonando la lotta per un "mondo migliore".
Probabilmente sono gli stessi che ora si chiedono il perchè i giovani non fanno niente.
Eh già: è dura spiegare ai sessantottini di allora che se ti va bene lavori sottopagato per 6 mesi l'anno, che le lauree e i diplomi ti vengono buoni solo per friggere patatine nei McDonald's e che se non sei un figlio di papà sarai sempre sottomesso a questa banda di cialtroni.
Io credo sia facile sentirsi sessantottini nel 2012: alla fine basta ascoltarsi Eskimo di Guccini, votare alle primarie del PD, avere un poster di Che Guevara e fumarsi un sigaro (?), magari cubano.

martedì 13 novembre 2012

Patriots

C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo, lui è di un'altra scuola: è un cantautore.
O meglio lo era e forse non lo è più.
A sessantasette anni ha deciso di darsi alla politica, sicuramente nel vero senso della parola, cioè quella del fare.
Non sappiamo che Assessore alla Cultura e al Turismo sarà, Franco Battiato, di sicuro non sarà molte cose.
Non sarà un idiota e, credetemi, non è affatto scontata, come cosa.
Non sarà nemmeno un esperto ed anche questo potrebbe essere un vantaggio.
Conoscendolo, sarà sicuramente un uomo che proverà a fare politica. E' già molto, anzi, moltissimo.
Sulla scia grillina (o per pudore) ha rinunciato ai soldi che gli sarebbero venuti.
Sicuramente Franco, ne ha di cose da dire o almeno ne avrebbe.
"..Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni.." è vero ce ne sono tanti, in Sicilia, come in tutte le altre parti d'Italia.
Io voglio credere che sia un inizio diverso, non solo per la Sicilia, ma per tutto il paese.
Non sappiamo se questi "non esperti" siano meglio o peggio degli altri, sappiamo che almeno sono diversi, è gente diversa, con idee diverse e magari, why not (che fa figo), buone.
Mi piacerebbe veder sorridere quella terra che si mischia tra sacro e profano, quella terra dai mille odori, dalle mille invasioni, dai mille accenti, dai mille accidenti.
E' una cosa buona, è una cosa nostra, di noi tutti, la Sicilia.
E allora, ben venga, un uomo culturalmente elevato ed onesto, sensibile e irreprensibile come Franco.
Di sicuro non si sta facendo pubblicità, non ne avrebbe bisogno.
Peccato per i molti suoi ex (?) colleghi che predicavano bene e, ad oggi, razzolano male (vedi Jovanotti) che agitavano bandiere per la pace, salvo poi ricordarsi che tutto sommato è una gran rottura di palle, fare qualcosa per gli altri.
Franco l'ha sempre capito e cantato.
E' tempo di rivedere il sole in questa nostra povera patria.

giovedì 8 novembre 2012

Caratteristiche del Gaberiano DOC

Ho incontrato Giorgio Gaber a 15 anni, forse troppo presto, sicuramente troppo tardi per vederlo, ahimè, dal vivo.
Il mio avvicinamento a Gaber è stato strano e penso unico: ho iniziato a conoscerlo e ad ascoltarlo con un cofanetto che mi è stato regalato da un mio zio, che conservo come una reliquia.
Dentro a quel cofanetto c'erano praticamente tutti i pezzi "Prima del Signor G", quindi era il Gaber televisivo, quello dei duetti con Mina, con sua moglie Ombretta, quello di Paparadio, di Barbera e champagne e della Ballata del Cerrutti, sì, quello di vent'anni, biondo e mai una lira. 
Quindi il mio battesimo è stato, come dire, cronologico.
Ho conosciuto il primo Gaber, chitarrista della madonna, voce meravigliosa, testi sicuramente particolari, io che già allora ero stato impastato dai cantautori classici (Tenco, Pagani, De Andrè etc.).
Avevo già capito che nonostante mi piacessero molto anche il resto dei "milanesi", Giorgio era dieci spanne sopra a tutti.
Ne ho avuto la conferma anni dopo. 
Ho ascoltato quel cofanetto, composto di tre cd, fino a rovinarlo (infatti adesso salta spesso).
Da lì in poi, è iniziata una fede.
E' impensabile, lo so, da spiegare a chi non è un Gaberiano.
Perchè noi Gaberiani:

-sappiamo tutto noi (avendo una fede così forte nel Verbo Gaberiano, abbiamo, logicamente, la verità);
-siamo contrari a priori (più che altro, odiamo le maggioranze, di qualsiasi tipo);
-siamo pasoliniani (non a caso, a ventidue anni ho scritto un libro dedicato a Pasolini);
-non abbiamo identità politica (anche perchè altrimenti sarebbe una contraddizione);
-possiamo anche arrivare alle mani se qualcuno ci tocca Giorgio (a me stava per succedere);
-mal digeriamo i paragoni su Giorgio (è stupido farli, punto);
-ci sentiamo alla lunga superiori su chi Gaber non l'ha mai ascoltato (e grazie al c...);
-quando parliamo con chicchessia citiamo Giorgio senza rendercene conto;
-consideriamo Giorgio un essere non umano, ma divino ed essendo tale, senza difetti (ok, passi che fumava);
-non sopportiamo la seguente domanda "ma come ha fatto a stare insieme alla Colli che è di Berlusconi?" (domanda che denota ignoranza, soprattutto perchè evidenzia che chi pone tale domanda non ha mai ascoltato mezza discografia di Giorgio, dove ti spiega il perchè è stato insieme a sua moglie, coglione!);
-non sopportiamo neanche la domanda "tu parli sempre di Gaber, e Luporini dove me lo metti?" (idiota, Sandro è Giorgio e Giorgio è Sandro. Si parla di Gaber perchè era più conosciuto e basta. Gaber è un pacchetto che contiene due nomi: Giorgio e Sandro. La Trinità, praticamente).

Queste ma molte altre caratteristiche appartengono al Gaberiano DOC, c'è chi si crede tale solo perchè ha sentito una volta "La libertà" o "Destra e Sinistra": questi individui sono tra i più insopportabili.
Giorgio è una fede, io non mi vergogno a dirvi che durante la giornata lo penso spesso e se devo prendere una decisione importante mi chiedo "cos'avrebbe fatto Giorgio, qui?".
Gaber non si ascolta, non si pubblicizza, non si legge, non si può parlare di lui: Gaber si prega.
Si prega perchè è una fede.
Che ti fa sentire bene, come uno quando sogna.

martedì 6 novembre 2012

San Saviano

E' la coppia più bella del mondo: Faziofabio e Saviano.
Sono indivisibili, unici, paritetici, Rick e Gian, Totò e Peppino, Stanlio e Olio.
Strisciano meglio dei serpenti, sono simpatici perchè sono degli "sfigati evergreen".
Doppiaeffe ormai è considerato il totem dell'intellettualismo italico, il suo forte sono le interviste, specie ai politici. Le sue non domande sono fantastiche.
Saviano ormai è ovunque, ha fatto del vittimismo la sua forza e con la sua fantozziana maledizione eterna ed eterea diventa simpatico, mistico, beato e addirittura affascinante, si dice.
Nell'ultimo secolo siamo passati da Pasolini a Saviano. E' un dato di fatto.
"Gomorra" è stato tradotto più della Bibbia, con la labile differenza che nel primo c'erano semplicemente un'accozzaglia di atti di tribunali ed articoli di giornale, certo, con nomi e cognomi.
Certo bisogna dare atto a Saviano di aver fatto dei nomi e dei cognomi, ma di chi?
Di Zagaria? Di Schiavone? Sticazzi, direbbe qualcuno.
Allora, visto che Saviano è diventato l'eroe nazionale dopo aver scritto cose risapute, almeno dagli addetti ai lavori, mi chiedo i vari Felice Cavallaro, Salvatore Lupo, Francesco La Licata e molti altri che hanno sempre scritto libri su Cosa Nostra, facendo nomi e cognomi e raccontando fatti, cosa debbano fare per ambire al Pulitzer.
Ormai Saviano è di moda. Talmente di moda che presenterà Sanremo.
Evidentemente, Saviano c'entra più con lo spettacolo che con la letteratura.
Forse sono io che vedo il marcio ovunque.
Forse è che qualsiasi cosa sia accoppiata con Doppiaeffe mi fa cagare!
L'eroismo non è roba per Saviano, l'eroismo è roba per Mario Francese.
Sì, Mario Francese, non lo conosce nessuno e sapete perchè?
Intanto perchè non ha mai presentato Sanremo e poi perchè Mario Francese è stato ammazzato.
Era un grande giornalista e scrittore palermitano, Mario Francese, trucidato da Cosa Nostra da quando ha iniziato ad occuparsi dei Corleonesi.
Non ha nemmeno fatto in tempo ad andare ospite da Doppiaeffe, Mario Francese. Chissà cosa gli avrebbe chiesto.

lunedì 29 ottobre 2012

Mangiare tutto, pisciarci sopra e poi ridere di gusto

"Aida, le tue battaglie, i compromessi, la povertà.
I salari bassi, la fame bussa, il terrore russo, Cristo e Stalin"

Così recitava in "Aida" quel gran genio di Rino Gaetano.
Che fosse un illuminato lungimirante lo sapevamo (quasi) tutti, ma che in ogni singola strofa di ogni pezzo rappresentasse la situazione politica di questa Aida sempre meno bella, forse ci scommettevamo in pochi.
La politica dopo le metafore villane di Rino Gaetano è scomparsa. Non esiste più.
Esiste l'unico rapper italiano che può definirsi tale, che risponde al nome di Frankie Hi Nrg, che qualche decennio dopo ha scritto un pezzo dal titolo "Quelli che benpensano", che è una polaroid scattata l'altro giorno o oggi stesso.
Eh già, se Aida fosse senza i benpensanti, senza i piddini di turno che hanno il saio di cachemire, che Aida sarebbe?
E che Aida sarebbe senza quelli che hanno camminato nella Via Crucis accanto a quello che si è fatto da solo, salvo poi sputargli in faccia quando è stato, viva Dio, crocefisso??
E' tutto un gran casino.
Mi sono sforzato di provare a leggere il programma di Renzi: ne ho letto qualche paragrafo.
Mi ero illuso, lo pensavo più furbo, invece pure lui dei diritti dei lavoratori proprio manco l'ombra.
Ma come, Renzi, tu scrivile le cose, come gli altri, poi fai sempre in tempo a non farle. O no?
La Fiom mi dà la sensazione di essere la Caritas: sono gli unici in questo paese a cui i lavoratori fanno (un po') pena.
I più seri, in tutto ciò, restano quelli dell'Unione Dei Carcerati (cit.) che almeno continuano a non ciarlare di nessun cambiamento, come dire: "noi ve lo mettiamo nel culo ed almeno siamo coerenti e te lo diciamo. Amen".
C'è chi ci gode e li vota.
C'è chi ci rosica e vota il Pd o i loro alleati.
Anche Supercazzola Vendola (cit.) che si sporcava la bocca (...) citando Pasolini, a questo punto pure ad Biagio Izzo è concesso di citare Monicelli, è cascato sull'uccello (e qui, ogni battuta è sprecata) come una Signora Longari d'annata.
E chi ci rimane? Non ci resta che piangere, direbbe qualcuno.
Probabilmente è vero.
Ma se in tutto questo ciarpame (cit.) devo intravvedere una mezza idea, che ricordo essere soltanto un'astrazione (cit.), io voterei quello che si è fatto tre chilometri a nuoto, dimostrando che se si vuole andare dalla Calabria alla Sicilia, basta avere un fisico allenato.
Sta antipatico a tutti, anzi, a quasi tutti.
Perchè sbaglia i toni, è vero, perchè dice le parolacce, è vero, e perchè non è (affatto) ingessato.
Parla alla gente, come ha sempre fatto.
Probabilmente di Aida (Ah, come sei bella..) non gliene importa poi molto, ma almeno evoca un qualcosa di nuovo, le facce sono nuove.
Magari saranno una manica di pazzi, magari no.
Non resta che dare una chanche a chi non l'ha mai avuta.
E' come quando si giocava a pallone in strada e si era in dispari ed uno rimaneva in panchina.
Facciamo giocare un po' anche il panchinaro, vuoi vedere che fa goal?

lunedì 15 ottobre 2012

Faceboom

C'era una volta l'osteria, dove ci si trovava la sera, dopo una giornata magari sui campi a discutere di problemi più o meno gravi accompagnandoli ad un bicchiere di vino, che magari ci si secca la gola.
Poi vennero i bar, dove ci si trovava sempre la sera, dopo una giornata magari in ufficio a discutere di problemi (ma anche no), di donne, di calcio e delle solite cose accompagnati dalla birretta immancabile.
Poi venne facebook, dove ci si trova a qualsiasi orario, dopo una giornata da disoccupati a linkare, postare, commentare e digitare dove non si parla eppure si parla moltissimo, dove si è da soli davanti ad uno schermo freddo di un pc ma in realtà ci si può trovare in centinaia, accompagnati da una bottiglietta d'acqua, perchè in casa non è che puoi fare il figo e stappare un Chianti, soprattutto se sei da solo come un pirla.
Facebook entra prepotentemente nelle case di tutti gli italiani a fine anni duemilaedieci, quando le osterie non ci sono quasi più ed i bar vengono vieppiù (?) sostituiti dai lounge bar. (eeeeeehh??)
Non c'è che dire: tutto ciò che ha successo viene intriso di moralità, perchè sembra che ciò che ha successo non debba essere popolare, come se esistesse ancora Togliatti a dirci cosa è popolare e cosa no.
I moralisti degli ultimi anni non si fanno facebook perchè, dicono, faccia figo e perchè ce l'hanno tutti.
E' vero. Ce l'hanno tutti. Dai dodicenni (e qui si potrebbe discutere fino a domani) agli ottantenni (ed anche qui, si potrebbe discutere fino a domani).
C'è chi facebook lo usa per spiare le foto delle colleghe in perizoma, chi condivide frasi di Gandhi (e probabilmente manco sa chi è) e chi lo ritiene uno strumento utile per restare aggiornati col mondo.
Ci sono anche altre mille categorie di utenti, per carità, d'altronde essendo un mezzo popolare e gratuito (?) è consentito a cani e a parecchi, ahimè, porci.
Facebook, spesso, è un senso di colpa, perchè quando incontri quel tuo amico che non ce l'ha e che ti chiede con aria superiore cosa ci farai mai tutto il giorno in facebook, tu rispondi con aria dimessa con un evergreen faccio cose e vedo gente. (cit.)
In realtà, facebook si è sostituito alla banale e vuota vita di tutti i giorni.
Perchè probabilmente vai d'accordo più con l'amico che non hai mai visto e che abita a 800 km di distanza da te piuttosto del solito amico.
Perchè gli amici lontani sono persone nuove da conoscere, con esperienze nuove da condividere e anche con dialetti nuovi da imparare.
E' diventata una droga, facebook, dalla quale è difficile staccarsi.
Una droga a volte benevola e a volte maligna ma crea pur sempre dipendenza.
Eh sì, perchè quando vai al mare lo devi scrivere, quando hai un cane nuovo lo devi fotografare e quando magari ti scappa di fare l'amore, no, non è che lo scrivi però lo lasci intendere con tutte queste faccine che fanno anche un po' impressione.
E allora dopo un'oretta che commenti lo stato di questo, che guardi la foto dell'altra e che scrivi lo status della "buonanotte", ti accorgi che sei lì, come un pirla, con le mutande pervinca (cit.) e che forse rimpiangi la volta che ti sei iscritto ma tutto sommato va anche bene così: pieno di amici in una stanza vuota.

lunedì 1 ottobre 2012

I-Phone 5: i veri poveri

Mi meraviglio di chi si meraviglia. (è una citazione mia)
Tutti a ciarlare come in un pollaio dal recinto d'oro per l'avvento di un cazzo di telefono e tutti a sentirsi superiori perchè... "io non ce l'ho!".
Ma di cosa stiamo parlando?
Di un telefono che costa quanto due mesi di stipendio di un lavoratore part-time e di file e file di pecore impazzite davanti ai negozi con la mela morsicata.
E allora Steve Jobs venerato più di Cristo e Jimi Hendrix. (?)
Ma perchè?!
Perchè siamo così stupidi?!?
Io non sono mai stato un moralista, anzi, nei miei ventisei anni sono sempre andato contro tutto e contro tutti.
Non scomodo gli Scritti Corsari di Pasolini e nemmeno i testi gramsciani (cit.), non li scomodo, non per queste idiozie.
Uno che vuole l'Iphone 5 è uno schiavo, niente di meno.
E' stato bombardato ed educato dal dio del consumismo e ne è felice.
E' felice come un bambino perchè non pensa a niente e non lo fa perchè tutto va bene. Sono quei tipi che non si fanno mai domande e che mi stanno indubbiamente sul cazzo molto più di Gasparri. (?)

A questo punto, però, mi sorge un dubbio: quella dell'IPhone 5 è la stessa gente che si lamenta della crisi?
No, perchè, a Padova ho visto io delle persone in Piazza delle Erbe andare a raccattare i rifiuti dai cassonetti dei banchi di frutta e verdura appena chiude il mercato.
Siamo lo stesso popolo? Sì, siamo lo stesso popolo.
Ah ma allora aveva ragione persino Mussolini a dire che il popolo italiano è ingovernabile (passatemi la provocazione, dai).
Allora tutti davanti ad un pc o con l'Iphone 4 a condividere link su facebook con l'immagine degli scontri di Atene e Madrid e parallelamente l'immagine di un negozio Apple con la fila fuori.
Sì, amici, siamo quelli a destra noi e non saremo mai quelli a sinistra.
Non lo saremo mai perchè sommariamente ce ne sbattiamo i coglioni, sia di Madrid che di Atene.
Non lo saremo mai perchè finchè c'è un piatto di pasta e la partita alla domenica siamo a posto.
Non lo saremo mai perchè ci hanno inventato facebook pur di non farci andare in piazza: uno scrive una frase terribile e rivoluzionaria (????) e si sente il nuovo Zapata.
Non lo saremo mai perchè fondamentalmente l'italiano è un caprone che va con i vincitori, con i fighi.
Va con i Mussolini, salvo poi rinnegarlo, va con la DC, salvo poi rinnegarla, va con Berlusconi, salvo poi rinnegarlo.
Eh già, Berlusconi!
Tutti a dargli contro, tutti contrari, tutti ad avercela a morte.
Ora ci siamo accorti che il problema non era lui (o meglio, non solo lui) perchè il problema siamo NOI.
Chiudo con una frase del Maestro Bergonzoni: " Per fare la rivoluzione, bisogna cominciare a farla dentro noi stessi!".

lunedì 24 settembre 2012

Il non pensiero comune

Oggi mi sono fermato in un bar di un paese per il mio millesimo caffè.
Mi siedo fuori, era una bella giornata (?).
Tra una pippata e l'altra al mio sigaro, ascolto accanto a me quattro persone che discutono su questo e su quello.
E' importante sottolineare la location del fatto: il bar.
Nei bar si sente di tutto. 
Nei bar, anzi, nei pub inglesi, ad esempio, si può anche ascoltare della buona musica dal vivo.
In Italia, soprattutto al nord, si fatica ad ascoltare la musica dal vivo perchè c'è sempre qualche coglione di vicino di casa (beh, poi dipende da che "musica" si suona) che si lamenta e che chiama le forze dell'ordine, che arrivano sempre puntuali, soprattutto quando non servono.
La premessa era d'obbligo perchè oggi, dopo il mio caffè e mentre fumavo il mio sigaro, ascoltavo in qualche minuto di relax il vociferare di quattro personaggi sulla cinquantina circa.
Gente vestita bene, tutti veneti, probabilmente nessuno laureato ad Oxford ma questo non è molto importante.
L'argomento erano i carcerati.
In realtà non era una discussione vera e propria, era un darsi ragione l'uno con l'altro, sembravano dei perfetti politici.
Il succo dell'accesa "riflessione" è sintetizzabile in questo breve sunto: ".. i carcerati li manteniamo noi del nord con le nostre tasse, perchè loro non lavorano, perchè ci vorrebbe la sedia elettrica così si eliminerebbe il problema. Altro che 'diritti civili', sono un danno per tutti, sono una spesa. E non vogliono lavorare e se non lavorano allora dovrebbero metterli a pane e acqua, anzi, anche se muoiono di fame chissenefrega, che muoiano pure!".

Ognuno è libero di dire ciò che vuole e nei bar ancor di più, ci mancherebbe.
Mentre ascoltavo, sorridevo, perchè l'ignoranza porta la gente a parlare senza conoscere minimamente la situazione.
Poi però ho anche pensato che quei quattro filosofi, che avevano un lessico ben più forbito di un Borghezio qualsiasi, magari hanno dei figli, perchè si sà che la mamma degli idioti è sempre incinta (in tal caso, la moglie).
E allora chissà come sono stati educati i figli di questi elementi.
Chissà se ai loro figli è stato raccontato che un uomo può commettere un errore, qualunque esso sia, ma che deve avere la possibilità di rifarsi una vita, di resettare il passato, di ripartire da zero.
Chissà se anche i loro figli la pensano come loro, che i carcerati sono solo dei numeri come erano gli africani nella tratta degli schiavi qualche secolo fa.
Già, chissà.

Poi però ho pensato che questa gente è figlia del sistema consumistico che ha nell'ignoranza il suo caposaldo, che ha nella televisione il canale migliore per farcire il loro non-pensiero con della merda sempre nuova.
E allora vai in bar, coglione, vai, parla, tu che sei innocente, tu che colpe da espiare nella tua vita non ne hai, vacci pure.
Vai ma che non ti venga in mente di leggere un dato, un dato solo: che ogni anno si suicidano decine di agenti penitenziari, che non sono detenuti ma che ci vivono a stretto contatto.
Chissà mai che qualche domanda tu non te la faccia. Sarebbe l'inizio della fine. La tua.

lunedì 17 settembre 2012

Fazio: hai rotto le palle

Io che odio le scommesse (facili), ma che per una sfida mi son buttato dal paracadute e dal bunjee jumping, questo è per farvi capire che state leggendo un pazzo.
Sanremo: sì, siamo in anticipo, ma leggendo il nome di quel lombrico di FazioFabio (cit.) e di quel paraculo di Saviano mi è venuto un po' il voltastomaco.
Premetto che io farei presentare Sanremo a una coppia tipo Greggio e Jacchetti, due che sdrammatizzano, due che fanno battute spontanee e che sono i primi a sapere che quella è la celebrazione della finzione e del nulla.
Ma "mamma Rai" vuole continuare a scimmiottare e negli ultimi anni ha fatto delle cose blasfeme: ha chiuso Radio Stereo Notte, ha dato il benservito a Daverio, ha mandato Baudo (che è l'unico presentatore, in grado di fare il presentatore!) sulla Luna, ha chiuso il programma di Sgarbi, che per carità, può piacere o no, ma per lo meno, portava un po' di cultura su raiuno dopo millenni. Manda Carlo Massarini, al secolo Mr. Fantasy alle 4 di notte su Rai5, continuano ad affidare la musica a quell'essere rutilante di Vincenzo Mollica (detto anche "lingua d'acciaio") e l'en plein ti arriva con il grigiore di Fazio. Ancora!! Basta, cazzo!
Chiaro: sarà un Festival all'insegna della battutina balbettata, delle non battute della Littizzetto, della finta saccenza di Saviano, dei soliti ospiti (quelli che si porta su Rai3) eccetera eccetera eccetera.
Sarà un Festival perfetto per il PD!
Potevano farlo a Reggio Emilia, toh, insieme a quelli che si commuovevano alle feste popolari. (cit.)
Nessuna ventata di novità, ne sono stracerto.
FazioFabio, hai rotto le palle, tu ed il tuo lecchinaggio, tu e la tua liquidazione che hai ricevuto da Tronchetti Provera e che è costata licenziamenti alla Telecom, tu e la tua risata finta, tu e tutti quelli che dicono che fai informazione, quando sei solo ed esclusivamente uno che ha imparato il miglior vizio dell'italiano medio: il lecchinaggio!
Tu che probabilmente non farai lo "Speciale Gaber" il prossimo gennaio, quando saranno dieci anni che il Maestro non c'è più, tu che hai fatto lo "Speciale Jannacci" quando era ed è ancora vivo, tu che allo "Speciale De Andrè" hai fatto cantare "Il suonatore Jones" a Jovanotti.
Cristo FazioFabio, hai svangato le balle a tutti.

lunedì 3 settembre 2012

Venditti è una garanzia

E' un cantautore (classe 1949) ma non ha niente del cantautore classico di quell'epoca.
E' uno che, però, le azzecca (quasi) tutte.
Possiamo star qui a discuterne contenuti ma non c'è niente da fare: Antonello Venditti, ogni volta (cit.) che fa uscire un singolo, è una vittoria.
Lo dicono i fatti.
Vero è che in radio, anzi, nei network, ne passano solo alcuni, ma è anche vero che in quarant'anni di carriera, il nostro, ne ha sbagliati davvero pochi.
Passano, anche perchè "suonano".
Passano, perchè anche se parla di ammore, lo sa fare.
Passano, perchè è inutile: è al passo coi tempi. Cosa non riuscita, purtroppo, ad un Alberto Fortis qualsiasi.
L'ultimo singolo è di quest'anno e si intitola "Unica", non passerà alla storia sicuramente, ma lo si ascolta piacevolmente.
A volte è anche meritevole, secondo me, non scrivere chissà quali concetti esistenzialistici nel testo di una canzone.
E nell'epoca di Emma e di Nina Zilli (?), Venditti è manna.
E non è neanche vero che Antonellone sappia solo scrivere canzoni strappalacrime: da non dimenticare "Bomba o non bomba" o "Lilly" che sono pezzi che hanno scolpito con la calce un'epoca storica.
Anche la famosa "Notte prima degli esami" era bellissima molto prima del film. Perchè ti fa vivere epoche mai vissute (gli anni '80 da adolescente, almeno per me), perchè la notte prima degli esami un po' è così per tutti.
Molti gli imputano il fatto dello schierarsi politicamente, sbagliando.
Nessuno (o quasi) degli artisti italiani si schiera più politicamente: persino il rosso Guccini ha tirato i remi in barca.
Venditti che è coetaneo di De Andrè e di De Gregori, non ci somiglia per niente (cit.) agli altri due.
Perchè della discografia deandreiana non si riesce a trovare un singolo. Stesso discorso dicasi per quella degregoriana.
Di De Andrè e di De Gregori ascolti tutto il disco, perchè è bello tutto, di Venditti no, perchè ultimamente è bello solo il singolo.
E come riporta una sua canzone, a volte, è davvero insostenibile, la leggerezza dell'essere. (Milan Kundera)

lunedì 27 agosto 2012

Loredana, ma quale musica leggera..

A mio parere la voce femminile più rock d'Italia.
E c'è voluto quel genio (a volte) di Edoardo Bennato a cucirle addosso un vestito che solo lei poteva indossare.
Lei con quelle immancabili calze a rete.
Lei, provocatoria e dissacratoria.
Lei che è una di quelle impossibili da ignorare.
Loredana Bertè è così: prendere o lasciare.
Forse mai presa sul serio o forse troppo presa sul serio: forse si è sempre parlato troppo di Bjorn Borg e delle parecchie partecipazioni a Sanremo nei quali ha dato, a volte, il peggio di sè.
Sta di fatto che nel suo palmaires annovera ventiquattro album, mica cotica (cit.).
Forse il suo difetto (tra virgolette) più grande è che è stata la sorella della grande Mia Martini, che l'ha fatta passare spesso come "la sorella di".
Ora la si sente in radio spesso e volentieri, in un pezzo rock, dove l'interpretazione è magistrale, dove quando dice la frase "ma quale musica leggera.." avrebbe voluto aggiungerci pure un "CAZZO, ma quale musica leggera!?".
La si sente incazzata più che mai, lei che in carriera ha collaborato, tra gli altri, con Fossati, Pino Daniele, Enrico Ruggeri, ora si dà a nuova vita.
Testo scritto da Bennato, si diceva, e pezzo prodotto da quel grande musico di Mario Lavezzi.
Bellissima, suona da paura.
Lei ed il pezzo sono una cosa sola, sono un urlo in mezzo a tanti debosciati che cantano che l'amore è bello se non è litigarello. (?)
Ci voleva questa Loredana Bertè.
E' come una pioggia nel deserto, è come un filosofo in Parlamento (?), è come uno che ti dice che alla fine il rock italiano non è capace di farlo solo Vasco.
Nella sua ultima partecipazione a Sanremo, assieme a gomorratunait (Gigi D'Alessio, n.d.r.), ha dato segnali di risveglio perchè anche quel pezzo suonava ed era okay per la Bertè, peccato appunto che duettasse con il fidanzato della Tatangelo (non trovavo offesa più perfetta!).
Avanti Loredana, avrai oltre sessant'anni ma li porti gran bene, e incazzati che te ne fanno trenta di meno

lunedì 23 luglio 2012

Non andate a firmare!

Puzza un po' di bruciato il fatto che un referendum abrogativo sia così tranquillamente sponsorizzato sia nel web ma anche ed addirittura nei telegiornali.
Infatti, non è valido.
Non è valido per la legge 352 del 1970 secondo cui le firme raccolte in questo periodo specifico dell'anno sono inutilizzabili.
Hanno messo la classica esca per vedere quanti squali abboccavano.
E poi chi ci crede al potere dei più buoni? Dei polli di allevamento, forse. (doppiacit.)
Però questa iniziativa ha fatto stare bene un po' tutti.
Tutti avranno pensato ".. allora vedi che qualcosa si sta muovendo..???".
Cosa volete che si muova, amici? Ma soprattutto chi?
Quarant'anni fa c'era la violenza, c'erano i sampietrini scagliati, c'era il sangue ma probabilmente c'era un'idea che sarà pur sempre un'astrazione (cit.) ma almeno un qualcosa di utopistico c'era.
Ora non c'è neanche quello.
Oggi si fanno manifestazioni ogni giorno, in ogni piazza d'Italia, per un fottutissimo motivo.
Trovi sempre qualcuno che manifesta per decidere dov'è che i cani vanno a pisciare. (cit.)
Abbiamo perso i sogni.
Siamo ormai infettati dalla rigidità del pensiero consumistico, siamo stati educati al "lavoroguadagno - pagopretendo".
Ce lo hanno rubato sì, il pensiero. (autocit.)
A cosa serve firmare oggi se va tutto messo nel cassetto o se, al limite, ti fanno la controleggina il giorno prima?
Questo è un paese in mano ai massoni ed ai banchieri più o meno da sempre.
Berlusconi si è dimesso (perchè attenzione, nessuno l'ha cacciato!!) ed è stato sostituito da una serpe peggio di lui!
Cioè la gente lo rimpiange!
E chi volete che vinca le prossime elezioni?
Io non sono andato a firmare ma non sapevo che c'era addirittura una legge che praticamente annientava in partenza questa raccolta di firme.
Ho pensato che il tranello ci doveva essere se perfino STUDIO APERTO, cazzo STUDIO APERTO (!!!) sponsorizzava questa magnanimità delle Istituzioni.
Ecco perchè odio lo Stato, perchè continua a prendermi per il culo.
Io sono un po' stanco.

lunedì 16 luglio 2012

La mia Gaberite non lo permette

Ogni volta che sento qualcuno che canta Gaber mi girano alacremente le palle.
Io lo canto, lo recito, lo penso e lo prego. In doccia, però.
Ma io, con presunzione, posso permettermelo.
Perchè io in quello che Giorgio e Sandro hanno scritto e detto ci credo.
Perchè mi hanno fatto diventare uomo.
Gaber è una "malattia".
L'unica malattia benevola. Nel senso che una volta che l'hai presa non te la stacchi più di torno.
Io ho fatto tutto secondo scaletta: mi sono avvicinato a Giorgio per caso (?), da adolescente ma non ascoltando niente dei suoi monologhi o delle sue ultime canzoni.
Io ho iniziato dal principio. Perchè in principio era il Verbo. (cit.)
I duetti e la tournèe con Mina e i vari pezzi da "Il truccamotori" a "Goganga", da "Non arrossire" a "Il Riccardo".
Già lì mi aveva cambiato la vita.
Poi ho iniziato a drogarmi del teatro canzone che ha inizio nei primi anni '70, da lui stesso inventato.
E da lì è stato un innamoramento, una folgorazione, un amore continuo.
Perchè non c'è parola, non c'è verso, non c'è testo di Gaber (e Luporini, n.d.r.) in cui non credo ed in cui non condivida tutto.
Non voglio invogliare nessuno alla "gaberite" perchè se sei fortunato (ma non è "fortuna") la Luce ti illumina e ti sceglie da sè.
Giorgio per me è una fede e a volte non ne parlo per pudore e spesso parlando del più o del meno lo cito senza accorgermene ma non lo faccio per darmi un tono ma perchè è entrato dentro di me molto più di quanto Berlusconi sia entrato in Emilio Fede (?).
E allora, tornando a monte, non posso ascoltare che un Ligabue qualsiasi canti (?) "Qualcuno era comunista.." primo perchè Ligabue non ha proprio capito cosa volesse dire Gaber in quel pezzo che non è solo una provocazione (...), secondo perchè lo rifà uguale identico all'originale.
Ma chi sei tu per permetterti di rifare Gaber uguale?
Poi ne ho sentiti di tutti i colori e ogni volta avrei preferito il cilicio alla tortura cui venivano sottoposte le mie orecchie.
Morgan, Giulio Casale (straosannato da tutti, ma chi è?), Capossela, ora perfino Gigggggi D'Alessio.
E' fastidioso perfino Celentano che canta Gaber, per me.
Io credo che Giorgio non sia un Ligabue o un Vasco che hanno proseliti di coverband.
Giorgio non è mai, mai, mai, mai, MAI, stato banale. Mai!
Non puoi rifarlo. Non puoi cantarlo. Perchè non ne conosci la filosofia, non lo canti e non lo preghi.
Lo facessi sotto la doccia, Ligabue, ti direi "bravo!". Invece lo fai sopra ad un palcoscenico. Dove magari qualcuno dal pubblico esclama "Cazzo, bello sto pezzo di Ligabue!".
E' questo l'orrido errore che ne esce.
Gaber a parer mio è già stato quasi del tutto dimenticato ed è un bene, perchè se lo si deve ricordare così, meglio dimenticarlo del tutto.
Giorgio non è mai stato capito, nemmeno quando con Enzo Jannacci facevano "I due corsari" antesignani rispetto ai Blues Brothers di almeno dieci anni.
L'Italia cinematografica non se n'è mai accorta.
Troppo presa dalle stronzate.
Troppo blasfemo e controcorrente, Giorgio Gaber.
Troppo. Per tutto.

I Nomadi hanno il suo pubblico che li segue ovunque. Noi Gaberiani, siamo fastidiosi, perchè se ce lo tocchi, ci incazziamo. Perchè siamo dei tuttologi. E soprattutto perchè non ci andrà mai bene niente.
Così sia.

lunedì 9 luglio 2012

Delirio ipotetico

E allora perdi anche il gusto di incazzarti.
Allora è una leggera malinconia che ti pervade, un vaffanculo ipotetico (pseudocit.), allora pensi che sei nel posto sbagliato e nel momento sbagliato.
Sono giorni che ci penso a questa cosa.
E' proprio una sfiga!
Allora pensi alle tragedie del mondo: lo tsunami.. la fame nel mondo.. i poveri.. Hiroshima.. Giovanardi.. eccetera eccetera eccetera. (cit.)
Allora pensi che stasera stai a casa, sul tuo divano, completo relax, magari un porno.. no, un porno no!
Magari un buon bicchiere di vino, i vini del Reno (cit.), e vuoi, perchè devi staccare un attimo la spina dalla banale ed arrogante quotidianeità.
Ma c'è sempre qualcosa che ti rovina un piano del genere: o c'è un cretino di un tuo amico che sa che stai dormendo (cit.) o hai le pile del telecomando scariche, che ti fanno accendere solo il primo canale della televisione e tu, pigro, non ti alzi minimamente per fare altro, pensando.. va beh.. vedremo!
Cazzo no!
Giletti no..!
Padre Pio e Giletti insieme no!
Ma cos'ho fatto di male io?
E invece dal produttore al consumatore (non ho capito bene chi sia l'uno e chi sia l'altro), ti arriva questa vagonata di merda, ben confezionata, nei giorni in cui su raiuno potevano mandare, chessò, un film su Borsellino, tanto per far capire ai polli d'allevamento (cit.) che la Rai è dalla parte dei buoni. E' il potere dei più buoni! (cit.)
E invece no!
Te l'ho detto, perdi anche il gusto di incazzarti.
Allora guardi per ventiminutiventi questa sequela inenarrabile di stronzate con il sorriso inebetito di chi sa, ma non ha le prove! (cit.)
Allora pensi che tu a vent'anni hai scritto un libro, oddio "un libro", un opuscolo su Pasolini e ti rendi conto che la massa guarda Giletti e Padre Pio.
Una coppia gol, cazzo!
Cioè io se volevo un porno mi mettevo Selen e Rocco Siffredi, invece potrei anche eccitarmi così.
No, non diciamo fesserie: Giletti è uno bravo, piace alle mamme ed è anche juventino!
E allora stai lì, tra il sonno e il non ancora (cit.), a pensare che forse stasera potevi fare qualsiasi cosa ma niente ti avrebbe chiarito l'idea su cosa scrivere nel tuo cazzo di blog alle 4 di mattina.
Prosit!

p.s. le "cit." sono tutte dell'Immenso.
p.p.s. sì, è Bonolis!

lunedì 2 luglio 2012

Sul carro dei perdenti

Voglio salire sul carro dei perdenti!
Fatemici salire.
Voglio salire sul carro di quelli che a mente fredda hanno detto che questi Europei non s'han da fare (pseudocit.) a forza di vedere cani sgozzati e sentire notizie di calciatori sempre più in Questura e sempre meno in campo, e che poi si son resi conto che non serve a nulla fare i "coerenti".
Anche perchè non sono mai stato coerente!
E' vero, sono tutti milionari, probabilmente è tutto pilotato (anzi, sicuramente), però questo Europeo mi ha divertito, anche più del Mondiale vinto in Germania.
Se il mondo fosse giusto, non si sarebbe giocato, come non si sarebbe dovuto giocare in Sud Africa e così via.
Però penso che nell'anno dei terremoti, tellurici e non, una carezza di leggerezza ci stava bene.
Non ho voglia di pensare a che fine faranno gli stadi in Polonia come quelli in Sud Africa, non voglio pensare ai cani massacrati e nemmeno al conto in banca di Balotelli.
Voglio pensare che Prandelli è una brava persona che ha portato in Ucraina 23 giocatori, con 2 ragazzi neri per la prima volta (e questa, scusate, è una notizia!) e che ha cercato di fare calcio.
Difficile perchè i giornalisti cercavano ancora il "probabile Paolo Rossi" e iniziavano sempre i discorsi ricordando che dopo i grandi scandali e dopo le brutte partenze, l'Italia vola.
E invece no.
Invece il calcio come dice Pasolini ha i suoi poeti e i suoi prosatori e se sei più scarso, perdi.
E' vero: nella Spagna ci sono 20 giocatori che giocano in due squadre soltanto, da noi no.
E' vero: loro prima di tirare in porta fanno anche una ventina di passaggi di prima, è arte, la loro.
E' vero: non avevi nè Baggio, nè Pablito, nè Cannavaro.

Complimenti Mister, complimenti a Casillas che sul 4 a 0 chiedeva "rispetto" per l'Italia, complimenti a Pirlo che usando il gergo pasoliniano è un poeta fantastico, complimenti alla Spagna che non possiede prosatori.

lunedì 25 giugno 2012

Cassano, Cecchi Paone, Vezzali e Aldrovandi

Sembra lo facciano a posta.
Sembra che in Italia i casini si creino ad arte per far parlare di sè.
Prima Cecchi Paone che lancia il sasso sui gay in Nazionale e gli risponde Cassano, ben noto non frequentatore di Università, a suo modo.
A me più che del termine "frocio" usato da Cassano (il suo vocabolario contiene 20 parole: le venti squadre di calcio di serie A), fa vomitare il fatto che Cecchi Paone per promuovere il suo ultimo libro dal titolo "Tutto dentro" (...), non abbia esitato a far uscire lo scandalo (???) durante gli europei e dando addirittura del "maleducato" al ragazzaccio di Bari vecchia.
E venne il turno della Vezzali, portabandiera azzurra alle Olimpiadi di Londra, quella che si lasciava toccare dal Presidente Berlusconi "..Presidente, io da lei mi farei toccare.." frase porno detta a Porta a Porta che fa della pornografia intellettuale (e del nulla) la sua ragion di vita.
Ora, si diceva, la Vezzali.
Grande campionessa, per l'amor di Dio, fuori dalla pedana un po' meno.
Sul web in queste ore sta circolando un gruppo contro Federico Aldrovandi: la sentenza definitiva è arrivata pochi giorni fa: 3 anni e pochi mesi agli assassini di Federico, non male, vero?
Tu uccidi uno e ti danno 3 anni, good.
Nel gruppo contro Aldrovandi (ma poi, come si fa a fare un gruppo CONTRO Aldrovandi, che è una vittima: welcome to Italy!), si era iscritta anche la Vezzali, ieri sorridente a ricevere complimenti, dal non-capo dello Stato Napolitano, uno che tifa la Nazionale, uno che è andato in Emilia dopo settimane dalla tragedia, uno che è stato in Parlamento dagli anni sessanta e così via.
A meno che non sia stato un fake (un profilo falso) io da italiano e da cittadino mi fa vomitare una che si iscrive in un gruppo tale, dove i commenti più soft erano "cucciolo di maiale", "schifoso drogato" eccetera eccetera eccetera. (cit.)
Ora è chiaro che la Vezzali dirà che era un fake, e che è stata fraintesa (adepta del più grande maestro del "fraintendimento", per altro).
Ma se fosse vero, tu, Vezzali, chi pensi di rappresentare portando quella bandiera, quel Tricolore sporco di sangue?
Forse chi crede alla favoletta delle missioni di pace, chi credeva che Monti fosse mago Zurlì (e non un banchiere che ci fa perfino rimpiangere Berlusconi), chi crede alle parole dei politicanti e di chi ne fa le veci (...).
Se Buffon, Bonucci, Criscito hanno fatto quel che hanno fatto, in confronto a te, Vezzali, sono dei pirla, ma almeno non hanno appoggiato degli assassini.
Chissà cosa dirà, la signora Aldrovandi, una persona che emette dignità da tutti i pori della pelle, quando ti vedrà rappresentare questo Stato.

"..E' forse troppo chiaro agli occhi della gente che tutto è calcolato e non funziona niente.."

domenica 3 giugno 2012

E' tutto a pezzi, tranne l'Emilia

Dopo la prima scossa di terremoto di sabato 20 maggio, mi sono dovuto recare (per lavoro) nelle zone terremotate.
Era lunedi 22 maggio.
Girare per quei paesi, era come essere a Fukushima dopo l'esplosione.
Cocci a terra, transenne, campanili che si erano spostati dal posto in cui erano, carabinieri, polizia, pompieri, polvere, cani che cercavano tra le macerie, ambulanze, telecamere e la solita squisita gentilezza degli emiliani che ti offrono quello che hanno, anche a te, che non c'entri nulla.
E la gente, anzi, le persone.
Le persone con quell'aria che trasmette tristezza ed allo stesso tempo forza.
Vivere una tragedia in diretta, perdere tutto ciò che hai, come se una divinità maledetta soffiasse sul tuo castello di carta che ti sei costuito in una vita è una cosa pazzesca per chi vive nel benessere (come noi tutti).
E allora vivi in strada con gli altri, magari con gente con cui non hai mai parlato, perchè se hai perso ciò che hai, non devi perdere ciò che sei.
Mi fermo in una piadineria, nella strada che congiunge la provincia di Modena alla provincia di Ferrara.
Perchè se sei da quelle parti non puoi non mangiare una piadina, fai uno sgarbo a quella terra.
E' come non mangiare i tortellini a Bologna o non bere il caffè a Napoli etc.
Mentre mangio, penso a tante cose: alla paura che abbiamo avuto noi che abitiamo il basso Veneto, al fatto che l'Italia non si può non amare nonostante tutto (e tutti!), al patrimonio artistico che ci circonda in tutto il nostro territorio, basta girare i paesi di provincia per trovare bellezze incredibili. Quella zona, per altro, è stata la zona delle signorìe, del mecenatismo, dei Gonzaga (a Mantova), del Gran Ducato a Parma e degli Estensi a Ferrara.
Quanta Storia. Ed è vero che la storia siamo noi e che nessuno si deve sentire escluso. (cit.)
Tutto a pezzi, tranne la gentilezza ed il sorriso di quelle persone. Tranne la forza emotiva di chi ha perso tutto, tranne sè stesso. Tranne la sconvolgente "non voglia" di lamentarsi, perchè non serve. Tranne la non invidia perchè tu stasera vai a casa e dormi sul tuo letto. Tranne la mano di una mamma che accarezzava il suo pancione seduta su una panchina. Tranne le lacrime silenziose di una signora anziana con le mani giunte che pregava Dio.
Tutto a pezzi, tranne la Vita che va avanti, inesorabilmente e se c'era qualcuno impegnato a far dare "un segnale forte al Paese" con dei militari che sfilano il 2 Giugno, la gente dell'Emilia lo ha già dato quel segnale forte al Paese. Dalla mattina successiva il disastro. Quando ti rendi conto che è tutto a pezzi, tranne la tua dignità. 

lunedì 28 maggio 2012

Trentun'anni senza il genio della musica italiana

Sarà anche Festa Nazionale il 2 Giugno, ma sono anche 31 (trentuno) anni che Rino Gaetano non c'è più.
Cantautore, poeta, villano, ciarlatano, qualunquista, pazzo (...) sono solo alcuni degli epiteti rivolti al Nostro da quando quella notte romana se lo risucchiò con quell'alone di mistero che solo in questo paese esiste per le scomparse dei grandi.
Un incidente in macchina, si dice, e poi l'ambulanza che soccorre il povero Rino che gira ben 5 (cinque!!!) ospedali della Capitale a vuoto perchè gli viene detto che "non c'è posto, è tutto pieno".
Io alle casualità ho smesso di crederci da un bel po'.
E allora immaginiamocelo vivo oggi Rino, perchè oggi continua a vivere attraverso le sue rime mai casuali.
Cosa direbbe il genio assoluto della musica italiana nel 2012?
Sì, il genio. Nessun vocabolo è più adatto per questo straordinario artista che ha dato troppo poco alla nostra storia culturale.
Il genio è colui che è, appunto, geniale. Non esistono definizioni poichè il genio è anarchico per antonomasia.
Mai capito all'epoca, mai capito ora.
Si diceva fosse un pazzo o un eretico.
Rino Gaetano era semplicemente allergico alle regole, agli schemi precostituiti delle case discografiche perchè lui scriveva di getto, baldanzoso, un po' guascone.
Ha preso in giro tutti, Rino.
Come quando venne costretto a partecipare a Sanremo con "Gianna" (lui voleva portare la non adatta "Nuntereggae più") nel 1978.
Su quel palco, troppo sacro e fin troppo profano, vi si esibiva vestito da clown, irridendo quel palcoscenico, irridendo quella gente, irridendo quell'ambiente bacchettone, falso, finto, corrotto.
Ha iniziato a strimpellare la chitarra e a scrivere canzoni ispirato da Giorgio Gaber e da Dario Fo perchè ".. è proprio quando non lo si prende sul serio, che si attacca il potere" diceva.
E con questa convinzione vera e veritiera si è costruito una carriera, senza mai prendersi troppo sul serio.
Come quando venne invitato ad una trasmissione televisiva a cantare "Aida" in play back e lui allergico alle finzioni la cantò completamente fuori tempo, con la sua vera voce che doppiava il pezzo registrato.
Oppure come, in piena lotta studentesca, alle richieste di prendere una posizione, lui, anarchicamente (?), diceva che non sempre è giusto prendere una posizione.
Sempre fuori dalle righe, sempre fuori dagli schemi, sempre fuori dai circuiti massmediatici.
Travisato, come in "I love you Marianna" (1973) pezzo etichettato a favore delle droghe leggere, per i critici, quando invece era solo un inno d'amore alla nonna che si chiamava, appunto, Marianna.
Sei dischi all'attivo, poi Rino non ha avuto più il tempo di scrivere altro.
Forse perchè aveva detto tutto.

lunedì 21 maggio 2012

Tutta colpa degli Anarchici

Chi mi segue e chi mi legge (e siete sempre di più e vi ringrazio), sa che io alle coincidenze ho smesso di crederci da quando, molti anni fa, ho divorato Giorgio Gaber. Perchè anche in "Prima del Signor G", e quindi prima dell'incontro con l'immenso Sandro Luporini, scriveva e cantava pezzi dal titolo "La Chiesa si rinnova" o "Com'è bella la città", che sono del tutto ironici (?) e che raccontano anche oggi il cancro italiano che è il Vaticano ed il cemento (e non solo, chiaramente..).
Poco dopo scrissi un libro su Pasolini e me ne innamorai perchè sentii un filo conduttore tra il mio pensiero di ventenne ed il suo.
Dopo di che,  ho eletto a miei "padri spirituali", Giorgio e Pier Paolo, perchè mi hanno dato ciò che nessuno (politicamente, artisticamente, umanamente etc.) mi ha mai dato.
Dall'omicidio Pasolini, ho preso coscienza di ciò che si può catalogare sotto la parola "merda", in Italia.
Anche allora diedero in pasto ai pescecani (vedi, giornalisti) un Pino Pelosi qualsiasi.
Com'è stato per la strage di Capaci. Certo, il pulsante l'hanno premuto la gente di Cosa Nostra, ma chi cavolo c'era dietro Cosa Nostra?
La Mafia, dopo l'accordo con lo Stato (che è la Mafia), non mette più bombe, non agisce più in "grande", anche perchè c'è un codice "etico" (se è consentito usare questa parola) secondo cui, i boss mafiosi non avrebbero mai messo una bomba davanti ad una scuola, per il semplice fatto che non sono loro nemici, i ragazzini delle superiori.
Quindi, a che gioco stiamo giocando?
In "Qualcuno era Comunista..", Giorgio (Gaber, n.d.r.) citava ".. Ustica, l'Italycus, Piazza Fontana eccetera eccetera eccetera.." ed ora in quell'eccetera ci sta pure Brindisi.
Fatalità, in quest'ultimo periodo vanno di moda gli Anarchici, ecco il capro espiatorio: la bomba ai ragazzini l'hanno messa loro, gli Anarchici.
Ora tireranno fuori un nome e lo prenderanno come capro espiatorio e tutto va a finire a tarallucci e vino (come fu per Pelosi, nell'omicidio Pasolini).
Il Sisde è il maggiore colpevole dei cosiddetti "misteri italiani", nessuno può dire che ".. sono stati loro.." perchè non si hanno prove.
Ora, caro Monti, sei stato al funerale di una povera creatura. Di cui tu sei il primo responsabile, assieme ai vermi che hai nominato (illeggittimamente, perchè io non ti ho votato!).

La dignità del padre di Melissa in lacrime dopo l'omicidio della propria figlia è un insegnamento di vita e permettetemi: lunga vita al popolo Anarchico.

lunedì 14 maggio 2012

Calamandrei ai giorni nostri

"[...] La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono... Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. [...]"
Questo era uno stralcio di un discorso che Piero Calamandrei fece agli studenti milanesi nel 1955.
Calamandrei è stato uno dei nostri Padri Costituenti (metto la maiuscola, anche se è un errore grammaticale), era un uomo del 1889, uno che ne ha viste di tutti i colori.
Uno che ha vissuto l'epoca del fascismo, della grande crisi economica del '29, uno che aveva il vezzo di parlare ai ragazzi, ai giovani.
Si è laureato nel '12 in Giurisprudenza, Calamandrei, per poi diventare Docente di Giurisprudenza appunto, in diverse Università italiane.
Era un Professore (anche) Calamandrei.
Ha vissuto anni difficili anche Calamandrei, prima è stato spedito al fronte come soldato, poi per la sua umana intelligenza ha dato vita ad una delle Costituzione che tutto il mondo ci invidia, per come è stata scritta.
Concordo con Benigni quando dice che "..la nostra Costituzione è poetica..". E' vero, è poetica.
E' poetica perchè quell'Italia era simile a questa Italia, poche differenze.
Un paese che anche quando non era "Stato" ha sempre accolto tutti, tra le sue pianure ed attraverso i suoi mari.
Attraccavano nelle nostre coste e andavano in cerca di fortuna, come è capitato e capita, a noi, oggi.
E' un fenomeno umano, e come tale, la Lega non lo capirà mai.
Quando nel tuo paese non riesci a mangiare, scappi, per sopravvivenza.
Nel nostro paese ci sono passati tutti i popoli, prima e dopo Cristo.
Ci hanno rubato, saccheggiato, incendiato, attaccato. Perchè l'umanità è così, perchè noi siamo un ramo di un grande albero che mette le radici nel mare caldo dove tutti, più o meno, ci hanno navigato.
E' così che si è "composto" il popolo italiano: un insieme variopinto di radici geografiche.
Siamo figli di Roma, dei greci, dei normanni, degli africani, dell'est e dell'ovest, del nord e del sud del mondo.
Ma da quando Calamandrei e soci (cit.) hanno sancito che siamo un popolo unito, è stato detto tutto.
Ora il popolo a cui Calamandrei si rivolgeva non c'è più ed anche loro venivano da anni di carestie, di guerre e di fame.
Ora c'è un popolo che non conosce la Costituzione, che vota dei simboli e questi simboli fanno sì che degli idioti assoluti decidano il destino delle nostre vite.

Calamandrei era un Professore, come detto, ma non ha mai detto ai giovani (o ai precari, n.d.r.) di "essere l'Italia peggiore" o che "il posto fisso è noioso".
Calamandrei ha firmato una Carta che i suoi predecessori non hanno mai rispettato, cambiandola, modificandola, violentandola (come ha detto giustamente Antonio Di Pietro).
Chissà cosa direbbe, Piero Calamandrei, di quei lavoratori che si impiccano perchè non riescono a sopravvivere e chissà cosa direbbe degli sprechi ignobili di un branco di assassini.

Sì, perchè ogni suicidio che accade è un omicidio, di Stato.

lunedì 7 maggio 2012

La malattia del tifo

Dalla politica al calcio, dai reality show a Sanremo: in Italia ci si ammala di tifo.
Non parlo, chiaramente, della malattia per cui si moriva fino a qualche secolo fa e in qualche parte del mondo ci si muore ancora. Sto parlando di quella malattia per cui un individuo si sente superiore ad un altro in base ad un nonsochè (?).
Io sono della Juve e tu del Milan, io sono di Destra (?) e tu di Sinistra (?????), io ho votato la canzone XY e tu la XX.
Sì, credo ci si ammali, mentalmente, anche di questo tifo.
Il tifo ti dà il potere (maddechè) di poter offendere un'altra persona solo per il fatto che non tifa come te.
Ci fosse oggi Darwin si darebbe una revolverata in testa, a vedere l'evoluzione della specie (ho detto "evoluzione"?).
E' tutto creato a tavolino, ma che non si dica, altrimenti di cosa parlerebbe il populino?
E' ciò che Pasolini definiva l'argomento dell'italiano piccolo-borghese, è ciò che, in parodia, Paolo Villaggio ha dato in pasto agli italiani con il Rag. Fantozzi che incarnava in pieno questo essere vuoto e nullatenente (dal punto di vista intellettuale).
I giornali, i telegiornali, i massmedia in genere parlano di continuo di questo teatro, da sempre.
E la gente ne è sempre più appassionata, perchè, forse se tu togliessi il campionato di calcio per un anno, forse.. forse.. succederebbe davvero quel che speriamo tutti.
Marco Simoncelli, motociclista di 24 anni,  è morto dando spettacolo e lo spettacolo deve continuare (cit.), per forza. E' una legge del mercato.
Piermario Morosini, calciatore di 26, è morto stantuffando in una zolla dello stadio di Pescara.
In due facevano 50 anni.
Ma non importa, suvvia, è più argomentabile che un allenatore miliardario prenda a cazzotti in mondovisione un suo giocatore perchè lo ha mandato a quel paese dopo una sostituzione. Il problema non è tanto la scazzottata: il problema è che la gente si fa un'opinione di ciò. E' giusto, è sbagliato. Boh!
Poi magari sono gli stessi interpreti che parlano dei "valori dello sport", che "nel calcio c'è del marcio"  e che "dobbiamo dare degli esempi ai bambini", etc.
Mi sono soffermato sul calcio, perchè io ho accettato, da qualche tempo, che è tutto un grande bluff e nonostante pratichi questo sport da vent'anni e che mi piacciono le giocate, le rovesciate, i colpi di testa, i gol, ne sono davvero pieno. Sono stanco di essere preso in giro. E' una presa di coscienza, una scelta.
La politica ed il calcio: ad oggi, dove palesemente non vi è più nulla di credibile, continuano ad oliare quel meccanismo che rende sempre più omologato un popolo.
E' quello che vuole il sistema, "scio mast go on", come scriverebbe Calderoli dopo un comizio (daje).

A me ha colpito un viso, scolpito, di un uomo di cinquanta anni (o poco più), occhiali da vista, due baffoni neri ed un'imprescindibile faccia da buono. Era il papà di Marco Simoncelli che con il sorriso sulle labbra, al funerale di suo figlio, ha voluto che la gente ricordasse il proprio idolo non su di un podio, ma solo con il sorriso.
Questa è un'immagine che mi porto dentro. E' un insegnamento. Di dignità.

lunedì 30 aprile 2012

Ecco perchè non voterò il M5S

Ho sempre provato simpatia per Beppe Grillo.
Sia quando faceva il comico, estradato da quella Rai che, come ora, censura e caccia, sia da quando ha iniziato, quasi vent'anni fa, a girare (e riempire) palazzetti.
Da allora, si è evoluto, non ha mai scoperto l'acqua calda, anzi, bene o male è sempre stato l'unico, in questo dannato paese, a metterci la faccia.
L'unico ad "accorgersi" che ci vuole un Parlamento Pulito. L'unico a metterci la faccia contro tutti i giornali, contro tutti i massmedia, contro tutto il sistema (finto) informativo italiano.
L'unico, in soldoni, che ha urlato che c'è del marcio.
E' l'unico vero oppositore della Casta, soprattutto oggi che la stessa si è finalmente aperta e rivelata in un triumvirato scritturabile da un Vanzina qualsiasi (Bersani-Casini-Alfano).
Beppe ha dei meriti che in Italia, politicamente, sì, perchè si tratta di politica, nessuno ha.
In questi giorni, firme giornalistiche di tutto rispetto (?), lo hanno massacrato.
Io mi chiedo invece il perchè non ha continuato a girare e riempire palazzetti invece che buttarsi in questa impossibile avventura.
Non riesco a darmi una risposta e sinceramente poco m'importa.
Ognuno nella propria vita è giusto faccia ciò che ritiene più giusto fare.
Non voterò il Movimento 5 Stelle perchè io sono Anarchico.
L'essere anarchici non è una convinzione mentale, una concezione, un qualcosa che ha nel pregiudizio la sua forza.
L'essere Anarchici nel 2012 è uno stile di vita.
Io non credo (più) a nessuno, perchè credo in qualcosa.
D'altra parte, il mio Maestro m'ha sempre insegnato che "..un'idea, un concetto, un'idea, finchè resta un'idea è soltanto un'astrazione.." (Un'idea - Gaber-Luporini).
Se, paradossalmente, dai membri di partito abbiamo la certezza che ruberanno sempre, di questi "cittadini qualsiasi" non l'avremmo mai.
E chi mi dice che una volta saliti al potere, non dimenticheranno tutto il catechismo grillino e faranno come i propri colleghi?
Ecco perchè non voterò Grillo, anche se sono d'accordo con la maggior parte delle sue (di lui) idee.
Ho troppa repulsione per l'italiano medio piccolo borghese (cit.) per dargli fiducia. La speranza l'ho persa studiando Pasolini e i politici continuano a vivere proprio perchè Pasolini non è mai stato studiato, nonostante Grillo.

lunedì 23 aprile 2012

Bergonzoni, il genio.

".... Grazie e non dimenticatevi di pensare!!"
Così ci salutò dopo il terzo bis, Alessandro Bergonzoni, alla fine del suo ultimo spettacolo dal titolo "Urge".
Chi non conosce l'iclonoclastia e la paradossale leggerezza bergonzoniana non può certo scoprirla in un post di un blog.
E' di difficile comprensione, lo ammetto, anche se in quest'epoca pure Bombolo lo è. Di certo non mi aspetto di vedere il Gasparri di turno ad uno spettacolo di Bergonzoni, anche perchè, capirebbe solo la parola "entrata" fuori dalla porta.
E' stata la prima volta che l'ho visto a teatro e appena sono entrato mi sono subito accorto di una cosa: l'età media dei presenti era, sicuramente, over 50/60.
Molte signore col rossetto rosso porpora e la collana di perle e molti signori incravattati pettinati con un riporto evergreen e pochi, pochissimi giovani.
Sotto la fatidica (?) soglia dei 30 saremmo stati in una decina.
Anche, ma non solo, da qui non ci si deve dimenticare di pensare.
Non mi ergo a ciò che non sono, a me Bergonzoni piace perchè in generale mi piacciono i geni e Bergonzoni lo è, ecco perchè sono andato a vederlo.
Fare teatro come solo lui sa fare è un'impresa che, appunto, va ad ergersi a tale parola.
Sì perchè lo spettacolo inizia con una frase e dura un'ora e mezza e se ti perdi anche solo una parola, perdi il filo, e vien difficile riagganciarlo successivamente.
Ogni parola, ogni frase, ogni periodo, ogni mini-racconto ha nel suo interno sempre più di un significato.
C'è chi si ferma alla battuta immediata e ride, c'è chi va oltre e collega il termine con il resto della frase e ride/non capisce, c'è chi cerca la profondità del significato del "verso del cormorano" in un racconto surreale.
E' un esercizio impossibile a chi è abituato a leggere gli editoriali di Scalfari, lo immagino.
Tornato a casa, ripensavo e cercavo di trovare la logica, quel filo sottile che collega la prima frase con l'ultima frase dell'intero canovaccio ma forse mi son sbagliato.
In realtà, Alessandro Bergonzoni di Bologna, la classica morale ce l'ha spiaccicata dopo il terzo bis.
Non dimenticatevi di pensare.
Urge, non farlo.
Grazie. C

martedì 17 aprile 2012

La beneficenza in Italia

Mi viene in mente il Prof. Veronesi, oncologo stimatissimo da tutta la politica (e non, d'altronde è un PROFESSORONE) fare spot televisivi e mettere il suo bel faccione da Gandhi dei giorni nostri, pubblicizzare l'AIRC, ovvero, la Ricerca contro il cancro.
Grande azione di umanità del nostro, non fosse altro che è stato in prima fila a battersi a favore del nucleare in Italia (andando contro un referendum, anzi due, e quindi andando contro il popolo italiano, la Costituzione, eccetera eccetera eccetera). (cit.)
Ricordo pure che il nostro carissimo professore uscì con una delle solite boutanade (autocit.) quando diede una mazzata tra capo e collo a tutti i genovesi, dicendo che il basilico era cancerogeno.
Veronesi, è chiaro, fa i suoi interessi, deve far funzionare il mercato dei farmaci che nel mondo occidentale è secondo solo a quello delle armi.
E' un venduto, nulla più, capirai, in Italia, chi non lo è. (?)
Veronesi, fu Ministro della Salute, con il centrosinistra che in quanto ad autogol non gli si può certo dir niente è davanti pure a Riccardo Ferri. (n.d.r.)
E allora via, il nostro appariva in tutte le televisioni e la signora Maria di turno si fidava di questo vecchio schifoso con il sorriso perfido, d'altra parte è parte integrante del potere dei più buoni. (cit.)
Cambiamo parzialmente argomento: in quanti ci mangiano sulla beneficenza in Italia?
Flotte e flotte di organizzazioni che si fingono dei benefattori alla stregua di Schettino sulla Concordia e ti consigliano di farla, la beneficenza.
Già, perchè la beneficenza è un business, hai voglia se non lo è.
E allora c'è addirittura Mediaset che ha fatto una onlus, c'è Telethon che ci mangia sopra da decenni, ora addirittura (e qui si rasenta lo schifo più totale, togliete "rasenta") ci sono le banche, ovvero, coloro che hanno mandato in vacca un paese, vogliono che tu, cittadino, faccia beneficenza.
A chi?
Beh, c'è solo l'imbarazzo della scelta: i bambini dell'Africa, malattie incurabili, Gasparri, alluvioni, catastrofi, uragani, terremoti (ah già, che ridere i terremoti... n.d.r.), insomma, di tutto un po'.
La cosa più straordinariamente italiana (?) è l'sms.
Ora si vuol far credere (e, cazzo, se riescono a farlo credere!) che tramite le compagnie telefoniche, quindi multinazionali, con un sms si dona un tot alle persone colpite da qualsivoglia catastrofe.
Io non ne ho mai mandato via uno, non perchè non sia sensibile, ma perchè ho la certezza che non posso fidarmi della TIM o della VODAFONE.
Mi vien da pensare che una TIM qualsiasi è impossibile che destini una quota dei suoi introiti a chi vive in containier.
Voi ci credete? Beati voi!
Come cavolo si fa a dare l'otto per mille alla Chiesa Cattolica?
Per carità, uno può dare l'otto per mille pure a Briatore, sono affari suoi, ma non si pretenda che quei soldi vadano veramente in Africa o in zone limitrofe.
L'unica sicurezza certa che ho, in termine di beneficenza è EMERGENCY, perchè è un'organizzazione umanitaria che salva vite umane e che è CONTRO tutti i potenti!
Io di quella, solo di quella, mi fido.
Non mandate sms convinti di aiutare alluvionati o terremotati, perchè sono soldi che non andranno mai a chi ne ha bisogno.
E' come dare un mazzetto di soldi al Trota e poi lamentarsi se lo si trova in tangenziale a Milano, cioè, come dire, un po' te la sei cercata.
E adesso finisco il post ed ho negli occhi il sorriso a 93 denti di Veronesi che chiede soldi per la ricerca contro il cancro e che poi è in prima fila a favore del nucleare. Secondo voi, quanto incazzato sono?

Televotate!

martedì 10 aprile 2012

Orsù, scagliate la prima pietra.

Non riesco a collegare la parola "pulizia" con la Lega.
E' come tentare di collegare la parola "cantautore" con Povia.
E' bello, ed inquietante, il puntare il dito da parte di tutti (gli altri) verso quei poveracci, perchè di questo si tratta.
La Lega è sempre stato un partito xenofobo, razzista e molto cazzaro.
Di stronzate ne hanno sempre sparate alla grande, quindi, non è che mi (ci) mancherà quel virgulto del Trota che è colpevole tanto quanto lo sono stati gran parte di coloro che hanno seduto anche un solo giorno in Parlamento (Lusi, Penati etc.).
Tutto nasce a monte, ovvero, dai "rimborsi" (una volta si chiamavano "finanziamenti") pubblici ai partiti.
Tu, cittadino, che lo voglia o no, finanzi il Trota, il Capezzone, il D'Alemino di turno, e il bello è che continui a crederci, a votarli, a tesserarti.
Tesserandoti, versi una quota: sono soldi andati a puttane, nel vero senso della parola.
I partiti (tutti) e i giornali (servi di partito n.d.r.) godono di questi sovvenzionamenti statali: i primi per farti del male, i secondi per dirti che lo stanno facendo per il tuo bene.
Il meccanismo è molto semplice, basterebbe capirlo.
Non ho voglia di sparare sulla croce verde (?) e non mi va di fare una lunga esegesi di tutte le vaccate dette e fatte dalla Lega, in questo blog già ci sono, andate a cercarle.
Però è meraviglioso che ora tutti puntino il dito.
Immaginate una cucina con cinque bambini piccoli e una mamma che si raccomanda di non toccare la marmellata.
Appena la mamma si gira, tutti si inzuppano di marmellata, uno di questi, però, si sporca la faccia più degli altri che lesti e furbi fanno in tempo a pulirsi.
La mamma torna e vede il vasetto di marmellata vuoto e un solo bambino sporco in faccia.
Così la mamma chiede spiegazioni e, manco a dirlo, gli altri danno la colpa all'unico sfigato che non ha fatto in tempo a pulirsi. Ma, come si sa, se io mangio due polli e tu nessuno, statisticamente noi ne abbiam mangiato uno per uno. (cit.)
Ecco, questa è la favoletta della porcata che il triumvirato (Casini-Alfano-Bersani) stanno mettendo in atto in questo momento.
Perchè non dimentichiamoci che la Lega assieme a pochi altri erano gli unici contro Monti e i suoi tecnocrati (una parola orribile, brutta quasi quanto Gasparri).
Quindi, ora, la Lega è la colpevole primaria, quella che si intascava i soldi, gli sporcaccioni, i ladri!!
Invece la triade sopra(ec)citata che fa?
No, quelli sono brave persone, gente che non fa nepotismo, gente perbene.
E' facile puntare il dito, cari pezzenti (nel senso intellettuale del termine).
La Lega non è sicuramente difendibile, ma voi, lo siete?

p.s. questo post non servirà a niente, perchè tanto, Voi, italiani medi, continuerete a cascarci e a votarli.

Io compro Parco delle Vittorie, ora tocca a te.

lunedì 2 aprile 2012

Romanzo di una strage. Di Stato.

Spero di farla breve, spero.
Premetto che vorrei che questo film (come altri) ben fatti made in Italy, chessò, il "Paolo Borsellino" con Giorgio Tirabassi, le varie serie da "Romanzo Criminale" (Magliana) a "Faccia d'angelo" (Mala del Brenta) la vedessero più giovani possibile.
Mi piacerebbe che nel ventennale delle stragi mafiose ci fossero tanti artisti che in teatro portassero la storia epica di due uomini (e dei loro ragazzi) prima che ancora dei due giudici e delle loro scorte.
Mi piacerebbero tante cose. E' vero.
Non voglio soffermarmi sulla qualità, a mio parere ottima, del film "Romanzo di una strage", dove c'è stato il meglio che il cinema italiano possa offrire attualmente (Laura Chiatti a parte).
La storia è quella che conta.
Perchè si sa che "la storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso".
E siccome la storia siamo noi, in ogni azione che facciamo, in ogni momento della nostra vita, è bene pur conoscerla, la storia.
La storia, in questo caso, parla di una vicenda successa oltre quarant'anni fa, con persone saltate per aria, con dei suicidi-omicidi, con degli omicidi mai risolti.
Ad oggi (e per sempre) quella strage rimane impunita.
Come rimarrà impunito l'omicidio (di Stato) Pasolini, come la vicenda (di Stato) Ustica, come Mattei e come i tanti, troppi, misteri italiani risolti.
La liberazione dal nazifascismo ci è costata cara, abbiamo dato il paese totalmente in mano agli americani e, si sa, non c'è popolo più stupido degli americani. (cit.)
I frutti del dominio occidentale in Italia sono sotto gli occhi di tutti: dei burattini ci (vi) fanno credere di far politica, mentre loro (gli americani) giocano alla guerra usando il nostro paese e i nostri uomini.
Ecco perchè sono Anarchico, perchè provo un profondo ed istintivo odio per lo Stato. Per questo Stato.

lunedì 26 marzo 2012

Il ricco Tibet

Succede che oggi un ragazzo tibetano di 27 anni si dà fuoco davanti al presidente cinese, tale Hu Jintao.
Come al solito, i giornalisti di regime passano sotto traccia questa notizia, molto più interessati ai giuramenti di Monti e degli altri parassiti che continuiamo a mantenere.
Io vi chiedo: secondo voi, perchè un ragazzo tibetano, della mia età, si dà fuoco davanti all'uomo più importante cinese?
La risposta è quasi logica: per manifestare.
Sì, ma manifestare cosa?
Perchè i cinesi non la mollano col Tibet (che è il popolo più pacifico del mondo intero, secondo solo agli americani, dai.. sto scherzando!) e lo vogliono invadere a tutti i costi?
Cosa gli avranno fatto mai un gruppo di monaci in saio arancione, rasati a zero che pregano tutto il giorno?
Niente, infatti. I monaci tibetani non fanno nulla.
Ma allora cosa vuole la Cina (che ricordo essere la prima potenza militare al mondo) dal povero, lennoniano (?) e pacifico Tibet? Un popolo che potrebbe sopportare in silenzio perfino le cagate di Gasparri!
Allora: il Tibet probabilmente è la parte del mondo dove ci sono i più importanti giacimenti minerari (uranio e litio), detengono il legname che potrebbe soddisfare la Cina intera per sempre, possiede una zona, denominata "del Quidam" dove di petrolio, zinco ed oro ce n'è a volontà.
Ma soprattutto ha la più grande riserva d'acqua dolce del pianeta: un immenso mare!
Da lì nascono le sette sorgenti dei fiumi più importanti di tutta l'Asia, il bacino d'acqua di cui sopra, soddisferebbe il fabbisogno idrico di circa 3 miliardi di persone.
Tutto questo viene calcolato in un valore di parecchi bilioni di dollari.
Il problema sapete qual è? Che ai tibetani, non gliene importa un granchè.
Mica è colpa loro se si vivono in un paradiso terrestre, ma è merito loro se non lo inquinano.
Ora che l'acqua è diventata più importante del petrolio, tutti la vogliono, il problema è che nessuno ne ha più.
Immaginate, per un momento, cosa sarebbe l'Italia senza inquinamento, cioè senza italiani.
Non sarebbe forse un paradiso terrestre, forse meglio del Tibet?

martedì 13 marzo 2012

Non era meglio il flipper?

Quanto è bella la modernità.
Quanto è bella la tecnologia.
Quanto è bella l'informatica.
E' bella, è vero, dal tuo divano con un affarino piccolo schiacciando (perchè il verbo "cliccare" in realtà non esiste-rebbe, n.d.r.) un tasto "parli" con persone che abitano a migliaia di km di distanza.
A volte, a me è successo, queste persone diventano da semplici conoscenti (o contatti) ad amici di cui ti fidi, persone con le quali ti confidi e gli dici tutto, anche le tue cose più personali e magari le conosci da un mese e non sai neanche il tono della loro voce.
Altre volte, a me non ricordo se sia successo (....), conosci una donna e può nascere una bella amicizia, altre volte può anche nascere un amore, altre volte ancora ci si può "fottere" (uso questo verbo in onore del grande Charles Bukowski) amabilmente per un tot di tempo.
E' vero, tutto straordinariamente moderno. Poi però dopo un paio di orette di navigazione, ti sei incollato al divano e ti viene sete e allora posi sul tavolo quell'affarino che ti permette di parlare con un amico dall'altra parte del mondo (l'affarino intanto è diventato rovente) e ti rechi in cucina daddove (?) estrai una bella bottiglia d'acqua e ti disseti. Bella fresca. (cit.)
Allora ti rendi conto che sei sempre a casa tua, alle prese col tuo frigo e che quell'affarino famoso, è vero, è meraviglioso, ma resta sempre un.... affarino. Rovente pure.
E allora lo spegni, ti stendi sul divano e ti viene da pensare: ma non era meglio il flipper?

martedì 6 marzo 2012

Le colpe della massa

"L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, coazione, moralismo, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo."

Sono parole di Pier Paolo Pasolini del 1962.
Parole che Pier Paolo ha portato avanti fino a quel 2 novembre di molti anni dopo, quando lo Stato uccise la mente massima che la nostra cultura abbia mai partorito.
Si può essere d'accordo o meno con Pasolini ma il punto è un altro: ciò che devasta, del pensiero filo-pasoliniano, a cui io mi sento di appartenere, è la linea netta di demarcazione tra la verità e la finzione, tra vita e morte, tra sacro e profano.
E' una linea retta che contrappone l'Italia e gli italiani dal dopoguerra in poi.
Sarà buffo che addirittura nel fascismo non vi era questa stagnante omologazione.
C'era, sicuramente, un'omologazione materiale ma quella che ha fermato il pensiero è arrivata con l'avvento della televisione e dei medium di massa servi da sempre di qualche padrone.
L'italiano nel tempo continua a peggiorare poichè assume sembianze di cavia da laboratorio, non è più l'essere pensante e creatorio di qualche decennio fa.
La massa non monopolizza ma viene monopolizzata.
In quest'epoca perfino un Panariello qualsiasi, fa ridere.
La scontatezza della bieca comicità di Panariello è quella dei comici anni '90. Quelli che a furia di tette e di culi hanno portato nei cinema, appunto, masse di bipedi che ridevano a comando.
Anche e soprattutto così si fa la dittatura.

lunedì 27 febbraio 2012

Luca, un eroe italiano

Come fai, tu, italiano medio (cit.), a riconoscerti ancora nelle Istituzioni di questo paese?
Come fai a credere ancora che lo Stato sia dalla parte dei cittadini e non delle mafie?
Come fa a non sfiorarti l'idea che lo Stato sia ormai un concetto utopico e che non si sia trasformato in Antistato governato da ciarlatani e delinquenti e che gli Uomini di Stato siano, in realtà, coloro che prendono botte per difendere la propria valle?
Sono, anzi, sarebbero domande del tutto retoriche, prive di ogni fondamento.
Luca Abbà è l'eroe del giorno ovvero un qualsiasi criminiale per i giornali finanziati dalla Casta.
Luca si è arrampicato a 10 metri d'altezza, sfuggendo ai blocchi della polizia, per manifestare il proprio (proprio e di mezza Italia.. n.d.r.) dissenso verso questo ennesimo patto tra Stato ed Antistato.
Già ma finchè non c'è una presa di coscienza da parte di tutti noi sulla differenza tra Stato ed Antistato non si va da nessuna parte, ci saranno altri Luca Abbà che moriranno come cani appesi ad un filo di sogni che una volta si chiamavano diritti.
Come fanno a non capire che la Tav, l'Expo, i Ministeri al Nord sono tutti lasciapassare per fare in modo che l'Antistato continui imperterrito a sostituirsi allo Stato.
Sì perchè lo Stato oggi è rappresentato da Luca Abbà, da Rossella Urru, da Gino Strada e da Don Gallo (...) ovvero da persone che hanno ben presente cosa dice la Costituzione e che non la stanno violando.
Chi la vìola sono i giornali pagati dai partiti, i politici, il Presidente Napolitano e tutti i benpensanti che non dicono una parola contro queste opere.
Mentre l'Italia si chiede se il gol del Milan era dentro o fuori dalla linea di porta, c'è un ragazzo in Piemonte che non molla, che lotta tra la vita e la morte e che forse ha capito più di chiunque altro le parole di Antonio Gramsci quando diceva che odiava gli indifferenti.
Chi è il carnefice? Chi la vittima? Chi è lo Stato? Chi opera nel e per il bene e chi fa il contrario?

Io non mi sento italiano. (cit.)

lunedì 20 febbraio 2012

Ridi, pagliaccio

Sembra proprio uno scherzo, come quelli di carnevale, visto che il periodo è questo.
Sarebbe stato meglio fosse stato uno scherzo ma, tant'è, nessuno si è poi scandalizzato più di tanto alla presenza di così tanti idioti a Sanremo, in particolare di due, I Soliti Idioti, per l'appunto.
Tutti a pesare sospiri e pause del Molleggiato, che comunque non mi sembra abbia detto delle cose inesatte, forse per Sanremo inadatte, ma questa è una vecchia, vecchia quanto il suicidio-omicidio di Luigi Tenco.
Nei giorni in cui Massimo Troisi avrebbe compiuto 59 anni, il prototipo dell'italianità mediocremente bassa si è paventata sottoforma di "comici" sul palco più famoso d'Italia.
Nessuno s'è scandalizzato, ci siamo, anzi, ci siete abituati.
E' vero che fa "radical chic" criticare i Soliti Idioti, di nome e di fatto, però a me sembra che questo silenzio abissale continui a dar man forte a quell'Italietta che negli ultimi trent'anni ha preso il sopravvento.
Quell'Italietta che ha permesso ad un branco di Soliti Idioti di impossessarsi del nostro presente e del nostro futuro.
Questi piccoli segnali sono pesanti macigni che ti fanno capire quanto questo popolo sia anestetizzato e con il cervello lobotomizzato.
Celentano che parla di Dio può dare fastidio, la CEI che decide le sorti di un popolo (da sempre) invece no, quella lasciamola fare, tanto, appunto, ci siamo abituati.
Così due perfetti imbecilli vengono definiti "comici", come Alberto Sordi, come Totò, come tanti altri.
No, loro sono "comici" sulla falsa riga dei Boldi, dei De Sica (Junior) e di tutti quelli che fanno i cinepanettoni. Sono comici grazie alla volgarità di cui questo paese è affamato.
Sono comici perchè tanto "Berlusconi faceva bene a scoparsele tutte, io avrei fatto lo stesso, tu no?".
Sono comici perchè un programma d'informazione come quello che fa(rebbe) Fazio dovrebbe dare meno spazio ai Veltroni, agli Alfano e a tutti questi vermi e magari darne di più a Silvano Agosti, a Dario Fo e a chi può davvero accendere una luce nel tunnel.
Pure tu, Belen, sei meravigliosa anche se non la fai vedere la "farfallina" che poi dev'essere un tatuaggio nuovo perchè il 90% degli italiani ha notato che nel video più cliccato della rete non ce l'avevi ancora.
Giovanardi continua imperterrito a straparlare, prima ce l'aveva coi morti, ora ce l'ha coi gay.
Tutto questo è un cerchio che si chiude, è una platea che freme a leggere le avventure di Schettino con la ballerina moldava, perchè nessuno più si ricorda delle vittime (ad esempio) di quella tragedia.
E allora divertiamoci sulle note di uno Sirtaki qualsiasi.
Pure i greci stanno ridendo, stanno ridendo da morire.