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lunedì 30 gennaio 2012

Stefano Cucchi: piccola precisazione

Oggi uso questo post a titolo personale: praticamente m'impossesso di ciò che è già mio (ammesso e non concesso che ci sia qualcosa di "mio" in questa vita).
Volevo chiarire una diatriba (?) dalla quale sono scaturite domande un po' troppo fastidiose su quello che ho fatto.
Vengo subito al dunque: quando scrissi il pezzo su Stefano Cucchi, che si intitola, appunto "Stefano Cucchi" l'ho fatto da autodidatta nel senso che l'ho scritto subito dopo la tragedia e me lo sono prodotto assieme a due miei collaboratori.
Quello che mi interessa far capire, ora, non è la qualità del pezzo che l'ho sempre definito una "preghiera laica" rovinata dalle mie non qualità canore ed innalzato da dalle musiche magistrali (non mie!), ma il fine.
Successe tutto molto d'impeto, come la maggior parte delle cose che scrivo: vedo le immagini del corpo di Stefano gonfio e tumefatto nei telegiornali e la mia prima reazione è stata quella di scrivere.
Non sapevo cosa stessi scrivendo, non sapevo come sarebbe andata a finire quella cosa, ma sentivo il desiderio, anche qui, di lasciare ai posteri le mie sensazioni riguardo a questa maledizione che l'uomo opera su un altro uomo, innocente o colpevole esso sia.
Così nel 2009 scrissi quel testo che mi parve subito abbastanza emozionale, lo feci leggere ad Oliviero (Malaspina, n.d.r.) e gli piacque subito (è il giudizio supremo, cit.) e decisi di tenerlo fermo, chiudendo quel foglio in un cassetto in attesa di tempi migliori.
Venni contattato da alcuni nomi "illustri" (?) tipo TRICARICO (....) che sembrava interessato, poi non se ne fece nulla per varie ragioni, così decisi di lasciarlo a riposare ancora un po'.
Poi però il tempo passa e la gente, anzi, gli italiani dimenticano.
Così nel maggio scorso lo incisi per i fatti miei, senza nessun tipo di costrinzione o retaggio.
Il risultato mi è subito sembrato buono, è un pezzo che se l'avesse cantato un'altro (capace di cantare, n.d.r.) avrebbe fatto magari strada.
Ma a me della "strada" o del "successo" non me n'è mai importato nulla, tant'è che gli argomenti di cui mi sono occupato artisticamente vanno da Pasolini ai "matti", dal "paradosso" a Cucchi fino ad arrivare a John Cage: non sono esattamente nè Fabio Volo e nemmeno Mogol e ne vado fiero.
Dopo l'incisione iniziò un rapporto di amicizia con la famiglia Cucchi (soprattutto con Ilaria e Luca, rispettivamente sorella e cognato di Stefano) e mi invitarono al "I memorial Stefano Cucchi' tenutosi a Cinecittà nello scorso Giugno.
Ebbi la fortuna di conoscere anche i genitori di questo ragazzo che per la dignità con la quale hanno affrontato il dolore di avere un figlio morto ammazzato mi hanno disarmato.
A parte questo, fu una bella serata, tanta commozione, parecchi complimenti e, voglio sottolinearlo, zero euro di compenso.
Lo voglio sottolineare perchè c'è sempre qualche ignobile che mi ha detto che "mangio sopra ai morti".
Non ho mai ribattuto, ho troppa classe.
Ora ho letto che pare si voglia girare un film sulla vita di Stefano e come colonna sonora pare sia stata scelto un pezzo di Riccardo Moro.
Ben venga, io Moro non lo conosco, lo ritengo uno che per lo meno non dice cose banali e son sicuro che neanche lui voglia "mangiare sopra ai morti". (?)
Chiudo questo pezzo dicendo che un film sulla vita di Stefano è quello che ci vuole per tenere concentrata l'opinione pubblica su un problema troppo grande che è quello delle morti in carcere, non ho niente in contrario sulla scelta di Moro rispetto a me, lui fa questo di mestiere, io invece butto lì qualcosa e poi vado via. (cit.)
Mi spiacerebbe e credete, mi fa male, leggere cose infondate su di me.
Non ho mai preso un euro per quel pezzo e mai lo prenderò.
Ho tanti difetti ma la dignità è un valore che spero di non perdere mai.
Grazie.
Carlo

martedì 24 gennaio 2012

Il gusto del macabro.

Eh sì, siamo proprio italiani.
Ma non siamo più italiani per Pasolini, per Caravaggio o per Giuseppe Verdi. E neanche per Ivano Fossati.
Ultimamente siamo italiani per il puntare il dito contro qualcuno, per trovare il capro espiatorio su tutto, per ammazzarci allo stadio, per seguire assiduamente di chi era il sangue trovato sull'unghia di questa o di quella vittima.
Siamo tifosi!
Tifiamo, ci sbraniamo, l'orrido fa parte del nostro comune linguaggio.
A tavola i figli ascoltano i genitori discutere su Avetrana piuttosto che su Schettino.
I bambini crescono vedendo gli adulti che si fotografano sorridenti davanti al relitto di una nave che è pur sempre una tomba.
Massì, dai, facciamo Halloween tutto l'anno!
Godiamo del putrido, dell'ignobile gusto al brutto.
E poi prendiamocela con Giorgio Bocca perchè era "anti-italiano", diciamo pure che Gaber era un "qualunquista" e che Pasolini era un "culattone visionario".
Aggiungiamoci pure Gramsci alla lista nera, uno che gli indifferenti li odiava.
Qualche giorno fa ho visto Philippe Daverio che, da innamorato, raccontava Caravaggio.
Oggi ho sentito che Vespa dedica puntate sul Giglio.
Mi raccomando, paghiamo il canone e mentre siamo in fila alla posta, parliamo un po' male di Schettino così tanto per fare due chiacchiere.

domenica 15 gennaio 2012

Gli accomodanti

La "non domanda" ormai è una caratteristica principale che il novanta percento dei giornalisti deve avere nel proprio curriculum vitae, Fabio Fazio insegna.
I suoi programmi li ho quasi sempre seguiti molto volentieri, soprattutto quando si inventò "Quelli che il calcio.." ridicolizzando il mondo (finto) del pallone.
Ora "Che tempo che fa" lo seguo quando so che c'è gente di un certo livello, tipo Settis sabato sera.
Stasera (domenica, n.d.r.) ospite nell'accomodante programma c'era l'ex ministro (sì, pare buffo, ma c'era anche lui e dicono che era il meno peggio, dicono..) Maroni a cui Fazio ha rivolto domande che sarebbero state ridicole se le avesse rivolte ad Heidi, figuriamoci al Nonno (di Heidi).
Non una domanda che gli renderebbe il merito di una trasmissione di informazione, non una.
Io a Maroni avrei chiesto: "Come mai si è sempre preso il merito di tutte le catture dei boss latitanti e ora, lei ed il suo partito, vi siete opposti alla carcerazione di Cosentino?".
Eh sì, perchè Maroni era famoso per la frase "Io ed il Governo abbiamo.." vantandosi di essere l'unico governo (mafioso e non eletto, per altro) di aver messo le manette a dei superlatitanti, talmente contro le mafie che hanno avuto degli abbagli riguardo a Dell'Utri, B. ed appunto Cosentino.
Non voglio offendere l'intelligenza di Fazio ma delle due l'una: o non le sai proprio fare le domande o ti viene comodo non toccare certi tasti.
Ecco che allora da nostalgico mi vengono in mente gli articoli di Pasolini, di Montanelli, di Biagi, di Bocca, di Berselli.
Niente a che vedere, certo.
Abbastanza "irriguardoso" mettere la Gabbanelli dopo di lui, è come se dopo di me si mettesse a nuotare Phelps: dai, non ci sta.
Il giornalismo è qualcosa che sta scomparendo e che, tuttavia, non se ne sente proprio la mancanza.
La Rete è un'altra cosa: la Rete spiattella fatti e l'idea poi te la fai tu se è il caso.
L'unico quotidiano che compro quasi sempre è "Il Fatto" per varie ragioni:
1) è odiato da Scalfari;
2) non riceve sovvenzionamenti pubblici;
3) non è alla mercè dei partiti.
I superstiti che sanno fare questo lavoro non sono molti, ma sono semplicemente professionisti che non si fanno comprare da nessuno: Travaglio, Scanzi, Gramellini eccetera eccetera eccetera (cit.).
Il giornalista deve essere scomodo, lo dev'essere per antonomasia.
Che senso ha fare una domanda accomodante della quale si sa già la risposta?
Questi zerbini dei potenti dovrebbero ricordarsi di una frase di Giovanni Falcone quando gli venne chiesto, in piena fase stragista, qual'era il motivo che lo spingeva a fare quel che faceva e lui lapidario rispose "Il semplice spirito di servizio".
Touchè.

lunedì 9 gennaio 2012

Il continuo fallimento del proibizionismo, non in Olanda.

La mia presa di posizione (con tanto di pezzo dedicatogli) sul "caso Cucchi" mi ha spinto a conoscere in modo abbastanza approfondito il sistema carcerario italiano.
Non faccio e non cito percentuali, anche perchè (e questo è un vecchio trucco del "politichese" secondo il quale, ad una percentuale non puoi controbattere) qui non sono solo numeri, qui sono persone, uomini, donne.
Cucchi è stato ammazzato per qualche grammo di marijuana che aveva in tasca, idem per Aldrovandi e idem pure per decine e decine di altri casi che potete leggere nel libro inchiesta di Luigi Manconi (che ho avuto il grande onore di conoscere a Roma, al memorial Cucchi, appunto) quando mi esibii nel pezzo di cui sopra.
Di Pannella e soci stimo soprattutto il non aver mai abbandonato il "problema carcere", tant'è che Marcone (daje) ha passato l'ultimo dell'anno in compagnia dei carcerati di Regina Coeli. E' per lo meno un bel segnale, sicuramente l'unico.
"Le carceri sono sovraffollate!", si dice.
Certo, ma da chi?
Non sta a me giudicare da chi, certo è che mi fa venire un po' di gaudente allegria (?) sapere che in Olanda (non nell'Uzbekistan) legalizzando le droghe leggere, le carceri sono "in disuso".
La droghe leggere (almeno una volta) le hanno usate tutti, dai non fate i furbini. (cit.)
Sì è la vecchia storia dei sepolcri imbiancati. (cit.)
Io non sono iscritto all'Albo dei Giornalisti (che, per altro,venne fondato da quell'anima pia che risponde al nome di Mussolini) e non ho padroni (e non li avrò mai!) pertanto scrivo, nei limiti della decenza, quel cazzo che voglio senza avere il pensiero di turbare gli animi pazzescamente bigotti della maggioranza degli italiani.
Le droghe leggere vanno liberalizzate.
Non ve lo dice un drogato, ve lo dice uno che ha visto le lacrime di Ilaria e della famiglia Cucchi quando per uno spinello, il fratello è stato gonfiato di botte fino ad ammazzarlo.
Con il proibizionismo, caro Giovanardi, ottieni l'esatto effetto contrario!
Le canne gireranno finchè ci sarà l'uomo, non è una legge ma è così.
Voi politici cattolici fate la morale sulla Cannabis, però non fate la stessa morale sulla nicotina. Come la mettiamo?
L'Olanda l'ha capito. Vuoi fumarti una canna? Bene, te la vai a comprare legalmente e poi sono beneamati cavoli tuoi.
D'altra parte, pure il vino se ne bevi un fiume ti fa morire.. O NO?
Quindi, viva l'Olanda che continua a dare esempi di "vivibilità" poichè il carcere serve per i delinquenti veri (che ce ne stanno, c'hai voja..).

venerdì 6 gennaio 2012

E' matematico, ma non temete, va tutto bene.

Le rassicurazioni sono il pane per chi vive con la paura, e la paura rende, hai voglia se rende.
In termini economici rende moltissimo, ne sanno qualcosa le case farmaceutiche e i venditori di allarmi.
I disgraziati che arrivano a Lampedusa è "matematico" che vengono qui a stuprarti moglie, figlia, suocera e gatta. E' matematico.
E' matematico che se uno dei ministri più in voga fino all'apocalisse (?) sosteneva che "in Italia non ci sarà crisi.." (giugno 2011) ci siamo sentiti tutti più tranquilli.
La nostra tranquillità sta in questi palliativi: le parole di un minchione, un antifurto (sai com'è, bisogna stare attenti più ai neGri che ai direttori di banca), e un antidepressivo (meglio dormire sonni tranquilli e non pensare).
Già, "pensare".
E' un verbo che non è più in voga (daje) da un bel po', più o meno da quando a Cortina girano proprietari di SUV che dichiarano meno di un'operaio della Fiat.
Eh, son soddisfazioni. (cit.)
Tutti berlusconiani, tutti sul carro a sventolare la bandiera di Monti (i piddìni ne sanno qualcosa) quando il mostro è caduto.
Per carità, di barzellette (contestualizzate) non se ne sentono più ma è anche vero che se la manovra l'avesse fatta Silvio "mi avrebbero linciato vivo" (anche perchè linciarlo da morto vien difficile), una tantum, diamogliene atto.
Tant'è che basta non chiamarsi Silvio Berlusconi per potersi permettersi di piegare chicchessìa a novanta gradi, con un sorriso a 87 denti e spingere.
Lacrime e sangue, dicevano. Ma di chi? Le nostre, ovviamente.
Un parlamentare spagnolo guadagna poco più di 4 mila euro, i nostri 16 mila (consiglieri regionali compresi), però vuoi mettere?
E' anche matematico che la gente continuerà a seguire una porcheria finta come il calcio, dove è tutto deciso, non dai tempi di Moggi, ma da molto, molto prima (Carlo Petrini, docet).
E' matematico che Grillo abbia solo posto un'osservazione nel capire il "PERCHE'" vengano messe le bombe ad Equitalia (che è quell'ENTE che in parole povere ruba ai poveri per dare alla Casta), scatenando un putiferio: Libero ha addirittura titolato "Grillo: dalle 5 stelle alle 5 punte".
Massì, titoliamo alla cazzo. (cit.)
E nel frattempo c'è un paese intero che zitto zitto fa il tifo per chi sta mettendo le bombe alle sedi di Equitalia perchè siamo solo a Gennaio e chissà in quanti italiani moriranno di FAME in questo meraviglioso 2012.
In tutto questo marasma, c'è chi dopo aver riso alacremente nei minuti in cui crollava L'Aquila assieme ai suoi studenti, parcheggia l'elicottero in spiaggia per portare sua madre (la cui professione è chiara) a pranzare in uno dei resort più "in" della Versilia.
Ma non preoccupiamoci: nei telegiornali ci dicono che è inverno e fa freddo, che Monti è dalla parte dei cittadini e che la Befana vien di notte.

E' matematico.