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lunedì 27 febbraio 2012

Luca, un eroe italiano

Come fai, tu, italiano medio (cit.), a riconoscerti ancora nelle Istituzioni di questo paese?
Come fai a credere ancora che lo Stato sia dalla parte dei cittadini e non delle mafie?
Come fa a non sfiorarti l'idea che lo Stato sia ormai un concetto utopico e che non si sia trasformato in Antistato governato da ciarlatani e delinquenti e che gli Uomini di Stato siano, in realtà, coloro che prendono botte per difendere la propria valle?
Sono, anzi, sarebbero domande del tutto retoriche, prive di ogni fondamento.
Luca Abbà è l'eroe del giorno ovvero un qualsiasi criminiale per i giornali finanziati dalla Casta.
Luca si è arrampicato a 10 metri d'altezza, sfuggendo ai blocchi della polizia, per manifestare il proprio (proprio e di mezza Italia.. n.d.r.) dissenso verso questo ennesimo patto tra Stato ed Antistato.
Già ma finchè non c'è una presa di coscienza da parte di tutti noi sulla differenza tra Stato ed Antistato non si va da nessuna parte, ci saranno altri Luca Abbà che moriranno come cani appesi ad un filo di sogni che una volta si chiamavano diritti.
Come fanno a non capire che la Tav, l'Expo, i Ministeri al Nord sono tutti lasciapassare per fare in modo che l'Antistato continui imperterrito a sostituirsi allo Stato.
Sì perchè lo Stato oggi è rappresentato da Luca Abbà, da Rossella Urru, da Gino Strada e da Don Gallo (...) ovvero da persone che hanno ben presente cosa dice la Costituzione e che non la stanno violando.
Chi la vìola sono i giornali pagati dai partiti, i politici, il Presidente Napolitano e tutti i benpensanti che non dicono una parola contro queste opere.
Mentre l'Italia si chiede se il gol del Milan era dentro o fuori dalla linea di porta, c'è un ragazzo in Piemonte che non molla, che lotta tra la vita e la morte e che forse ha capito più di chiunque altro le parole di Antonio Gramsci quando diceva che odiava gli indifferenti.
Chi è il carnefice? Chi la vittima? Chi è lo Stato? Chi opera nel e per il bene e chi fa il contrario?

Io non mi sento italiano. (cit.)

lunedì 20 febbraio 2012

Ridi, pagliaccio

Sembra proprio uno scherzo, come quelli di carnevale, visto che il periodo è questo.
Sarebbe stato meglio fosse stato uno scherzo ma, tant'è, nessuno si è poi scandalizzato più di tanto alla presenza di così tanti idioti a Sanremo, in particolare di due, I Soliti Idioti, per l'appunto.
Tutti a pesare sospiri e pause del Molleggiato, che comunque non mi sembra abbia detto delle cose inesatte, forse per Sanremo inadatte, ma questa è una vecchia, vecchia quanto il suicidio-omicidio di Luigi Tenco.
Nei giorni in cui Massimo Troisi avrebbe compiuto 59 anni, il prototipo dell'italianità mediocremente bassa si è paventata sottoforma di "comici" sul palco più famoso d'Italia.
Nessuno s'è scandalizzato, ci siamo, anzi, ci siete abituati.
E' vero che fa "radical chic" criticare i Soliti Idioti, di nome e di fatto, però a me sembra che questo silenzio abissale continui a dar man forte a quell'Italietta che negli ultimi trent'anni ha preso il sopravvento.
Quell'Italietta che ha permesso ad un branco di Soliti Idioti di impossessarsi del nostro presente e del nostro futuro.
Questi piccoli segnali sono pesanti macigni che ti fanno capire quanto questo popolo sia anestetizzato e con il cervello lobotomizzato.
Celentano che parla di Dio può dare fastidio, la CEI che decide le sorti di un popolo (da sempre) invece no, quella lasciamola fare, tanto, appunto, ci siamo abituati.
Così due perfetti imbecilli vengono definiti "comici", come Alberto Sordi, come Totò, come tanti altri.
No, loro sono "comici" sulla falsa riga dei Boldi, dei De Sica (Junior) e di tutti quelli che fanno i cinepanettoni. Sono comici grazie alla volgarità di cui questo paese è affamato.
Sono comici perchè tanto "Berlusconi faceva bene a scoparsele tutte, io avrei fatto lo stesso, tu no?".
Sono comici perchè un programma d'informazione come quello che fa(rebbe) Fazio dovrebbe dare meno spazio ai Veltroni, agli Alfano e a tutti questi vermi e magari darne di più a Silvano Agosti, a Dario Fo e a chi può davvero accendere una luce nel tunnel.
Pure tu, Belen, sei meravigliosa anche se non la fai vedere la "farfallina" che poi dev'essere un tatuaggio nuovo perchè il 90% degli italiani ha notato che nel video più cliccato della rete non ce l'avevi ancora.
Giovanardi continua imperterrito a straparlare, prima ce l'aveva coi morti, ora ce l'ha coi gay.
Tutto questo è un cerchio che si chiude, è una platea che freme a leggere le avventure di Schettino con la ballerina moldava, perchè nessuno più si ricorda delle vittime (ad esempio) di quella tragedia.
E allora divertiamoci sulle note di uno Sirtaki qualsiasi.
Pure i greci stanno ridendo, stanno ridendo da morire.

domenica 12 febbraio 2012

La luna di Atene

Chissà che luna ci sarà sopra Atene in queste notti.
Spero ci sia una luna che illumina e che scaldi le anime dei greci.
Il popolo più grande della storia dell'uomo è stato tradito dalla Storia, perchè, si sa, che la Storia non si ferma davvero davanti ad un portone. (cit.)
La storia ad oggi parla di economie fallite, di soldi, di soldi ed ancora di soldi.
E' imbarazzante che i padri della democrazia e della filosofia vengano inchiodati dal sistema consumisitico, da una dittatura che con loro non dovrebbe avere niente a che fare a prescindere.
Invece, il presente ti spiattella un conto salato, troppo salato, anche per chi si è inventato la civiltà.
Ma i greci non hanno ancora finito di insegnare, dare lezioni al mondo è una cosa insita nel loro DNA.
Stanno mostrando ancora una volta al mondo la loro faccia migliore, incazzata per carità, ma la migliore.
Senza starnazzamenti di ministri che continuano ad avercela con i giovani, rei di essere tali.
E allora popolo italiano, fatti illuminare dalla luna di Atene, scendi in piazza e con un'incazzata dignità vatti a prendere la libertà di essere popolo, perchè se proprio sta finendo tutto almeno all'ultimo ricordiamoci di lottare.

martedì 7 febbraio 2012

Sono sessanta

Qualcuno dice che quando piaci a tutti vuol dire che c'è qualcosa che non va.
Vasco Rossi che oggi ne fa 60 non è mai piaciuto a tutti, anzi.
Vasco è il divisore per antonomasia.
C'è chi ne ricorda commosso i famosi "primi dischi.." e chi controbatte dicendo che "è un evasore" (un evasore in Italia? Ma quando mai..), c'è chi dice che Sally l'ha scritta lui e chi invece dice che l'ha scritta la Mannoia (errore: 'Sally' l'ha scritta proprio lui), c'è chi dice che il rock in Italia è Ligabue e chi invece dice che il Rock è Vasco (precisazione: il rock in Italia, semmai esistesse, penso propenda più verso Zocca, non fosse altro per i testi più sfacciati).
Sì perchè in Italia abbiamo fatto la storia della canzone d'autore (ma non siamo i soli), abbiamo sfornato diversi gruppi progressive (anni '70: i più famosi sono la PFM) ma il rock vero, puro e cristallino non può essere rappresentato dai Litfiba o per lo meno non più.
E' vero che ci nasci rockstar perchè non puoi diventarci.
C'è da ricordare essenzialmente due cose del Nostro:
1) emozionalmente ha scritto almeno dieci capolavori;
2) tutto il resto è robetta che gli è servita a diventare nazionalpopolare.

Vasco si può criticare (e ci mancherebbe), si può detestare e si può perfino idolatrare ma lui è così. Non è costruito, non sarebbe capace di reggere due personalità.
Morirà tra mille contraddizioni ma si porterà sulla tomba la sfacciata fortuna di aver detto tutto quello che ha voluto.
Happy B-Day!