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lunedì 28 maggio 2012

Trentun'anni senza il genio della musica italiana

Sarà anche Festa Nazionale il 2 Giugno, ma sono anche 31 (trentuno) anni che Rino Gaetano non c'è più.
Cantautore, poeta, villano, ciarlatano, qualunquista, pazzo (...) sono solo alcuni degli epiteti rivolti al Nostro da quando quella notte romana se lo risucchiò con quell'alone di mistero che solo in questo paese esiste per le scomparse dei grandi.
Un incidente in macchina, si dice, e poi l'ambulanza che soccorre il povero Rino che gira ben 5 (cinque!!!) ospedali della Capitale a vuoto perchè gli viene detto che "non c'è posto, è tutto pieno".
Io alle casualità ho smesso di crederci da un bel po'.
E allora immaginiamocelo vivo oggi Rino, perchè oggi continua a vivere attraverso le sue rime mai casuali.
Cosa direbbe il genio assoluto della musica italiana nel 2012?
Sì, il genio. Nessun vocabolo è più adatto per questo straordinario artista che ha dato troppo poco alla nostra storia culturale.
Il genio è colui che è, appunto, geniale. Non esistono definizioni poichè il genio è anarchico per antonomasia.
Mai capito all'epoca, mai capito ora.
Si diceva fosse un pazzo o un eretico.
Rino Gaetano era semplicemente allergico alle regole, agli schemi precostituiti delle case discografiche perchè lui scriveva di getto, baldanzoso, un po' guascone.
Ha preso in giro tutti, Rino.
Come quando venne costretto a partecipare a Sanremo con "Gianna" (lui voleva portare la non adatta "Nuntereggae più") nel 1978.
Su quel palco, troppo sacro e fin troppo profano, vi si esibiva vestito da clown, irridendo quel palcoscenico, irridendo quella gente, irridendo quell'ambiente bacchettone, falso, finto, corrotto.
Ha iniziato a strimpellare la chitarra e a scrivere canzoni ispirato da Giorgio Gaber e da Dario Fo perchè ".. è proprio quando non lo si prende sul serio, che si attacca il potere" diceva.
E con questa convinzione vera e veritiera si è costruito una carriera, senza mai prendersi troppo sul serio.
Come quando venne invitato ad una trasmissione televisiva a cantare "Aida" in play back e lui allergico alle finzioni la cantò completamente fuori tempo, con la sua vera voce che doppiava il pezzo registrato.
Oppure come, in piena lotta studentesca, alle richieste di prendere una posizione, lui, anarchicamente (?), diceva che non sempre è giusto prendere una posizione.
Sempre fuori dalle righe, sempre fuori dagli schemi, sempre fuori dai circuiti massmediatici.
Travisato, come in "I love you Marianna" (1973) pezzo etichettato a favore delle droghe leggere, per i critici, quando invece era solo un inno d'amore alla nonna che si chiamava, appunto, Marianna.
Sei dischi all'attivo, poi Rino non ha avuto più il tempo di scrivere altro.
Forse perchè aveva detto tutto.

lunedì 21 maggio 2012

Tutta colpa degli Anarchici

Chi mi segue e chi mi legge (e siete sempre di più e vi ringrazio), sa che io alle coincidenze ho smesso di crederci da quando, molti anni fa, ho divorato Giorgio Gaber. Perchè anche in "Prima del Signor G", e quindi prima dell'incontro con l'immenso Sandro Luporini, scriveva e cantava pezzi dal titolo "La Chiesa si rinnova" o "Com'è bella la città", che sono del tutto ironici (?) e che raccontano anche oggi il cancro italiano che è il Vaticano ed il cemento (e non solo, chiaramente..).
Poco dopo scrissi un libro su Pasolini e me ne innamorai perchè sentii un filo conduttore tra il mio pensiero di ventenne ed il suo.
Dopo di che,  ho eletto a miei "padri spirituali", Giorgio e Pier Paolo, perchè mi hanno dato ciò che nessuno (politicamente, artisticamente, umanamente etc.) mi ha mai dato.
Dall'omicidio Pasolini, ho preso coscienza di ciò che si può catalogare sotto la parola "merda", in Italia.
Anche allora diedero in pasto ai pescecani (vedi, giornalisti) un Pino Pelosi qualsiasi.
Com'è stato per la strage di Capaci. Certo, il pulsante l'hanno premuto la gente di Cosa Nostra, ma chi cavolo c'era dietro Cosa Nostra?
La Mafia, dopo l'accordo con lo Stato (che è la Mafia), non mette più bombe, non agisce più in "grande", anche perchè c'è un codice "etico" (se è consentito usare questa parola) secondo cui, i boss mafiosi non avrebbero mai messo una bomba davanti ad una scuola, per il semplice fatto che non sono loro nemici, i ragazzini delle superiori.
Quindi, a che gioco stiamo giocando?
In "Qualcuno era Comunista..", Giorgio (Gaber, n.d.r.) citava ".. Ustica, l'Italycus, Piazza Fontana eccetera eccetera eccetera.." ed ora in quell'eccetera ci sta pure Brindisi.
Fatalità, in quest'ultimo periodo vanno di moda gli Anarchici, ecco il capro espiatorio: la bomba ai ragazzini l'hanno messa loro, gli Anarchici.
Ora tireranno fuori un nome e lo prenderanno come capro espiatorio e tutto va a finire a tarallucci e vino (come fu per Pelosi, nell'omicidio Pasolini).
Il Sisde è il maggiore colpevole dei cosiddetti "misteri italiani", nessuno può dire che ".. sono stati loro.." perchè non si hanno prove.
Ora, caro Monti, sei stato al funerale di una povera creatura. Di cui tu sei il primo responsabile, assieme ai vermi che hai nominato (illeggittimamente, perchè io non ti ho votato!).

La dignità del padre di Melissa in lacrime dopo l'omicidio della propria figlia è un insegnamento di vita e permettetemi: lunga vita al popolo Anarchico.

lunedì 14 maggio 2012

Calamandrei ai giorni nostri

"[...] La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono... Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. [...]"
Questo era uno stralcio di un discorso che Piero Calamandrei fece agli studenti milanesi nel 1955.
Calamandrei è stato uno dei nostri Padri Costituenti (metto la maiuscola, anche se è un errore grammaticale), era un uomo del 1889, uno che ne ha viste di tutti i colori.
Uno che ha vissuto l'epoca del fascismo, della grande crisi economica del '29, uno che aveva il vezzo di parlare ai ragazzi, ai giovani.
Si è laureato nel '12 in Giurisprudenza, Calamandrei, per poi diventare Docente di Giurisprudenza appunto, in diverse Università italiane.
Era un Professore (anche) Calamandrei.
Ha vissuto anni difficili anche Calamandrei, prima è stato spedito al fronte come soldato, poi per la sua umana intelligenza ha dato vita ad una delle Costituzione che tutto il mondo ci invidia, per come è stata scritta.
Concordo con Benigni quando dice che "..la nostra Costituzione è poetica..". E' vero, è poetica.
E' poetica perchè quell'Italia era simile a questa Italia, poche differenze.
Un paese che anche quando non era "Stato" ha sempre accolto tutti, tra le sue pianure ed attraverso i suoi mari.
Attraccavano nelle nostre coste e andavano in cerca di fortuna, come è capitato e capita, a noi, oggi.
E' un fenomeno umano, e come tale, la Lega non lo capirà mai.
Quando nel tuo paese non riesci a mangiare, scappi, per sopravvivenza.
Nel nostro paese ci sono passati tutti i popoli, prima e dopo Cristo.
Ci hanno rubato, saccheggiato, incendiato, attaccato. Perchè l'umanità è così, perchè noi siamo un ramo di un grande albero che mette le radici nel mare caldo dove tutti, più o meno, ci hanno navigato.
E' così che si è "composto" il popolo italiano: un insieme variopinto di radici geografiche.
Siamo figli di Roma, dei greci, dei normanni, degli africani, dell'est e dell'ovest, del nord e del sud del mondo.
Ma da quando Calamandrei e soci (cit.) hanno sancito che siamo un popolo unito, è stato detto tutto.
Ora il popolo a cui Calamandrei si rivolgeva non c'è più ed anche loro venivano da anni di carestie, di guerre e di fame.
Ora c'è un popolo che non conosce la Costituzione, che vota dei simboli e questi simboli fanno sì che degli idioti assoluti decidano il destino delle nostre vite.

Calamandrei era un Professore, come detto, ma non ha mai detto ai giovani (o ai precari, n.d.r.) di "essere l'Italia peggiore" o che "il posto fisso è noioso".
Calamandrei ha firmato una Carta che i suoi predecessori non hanno mai rispettato, cambiandola, modificandola, violentandola (come ha detto giustamente Antonio Di Pietro).
Chissà cosa direbbe, Piero Calamandrei, di quei lavoratori che si impiccano perchè non riescono a sopravvivere e chissà cosa direbbe degli sprechi ignobili di un branco di assassini.

Sì, perchè ogni suicidio che accade è un omicidio, di Stato.

lunedì 7 maggio 2012

La malattia del tifo

Dalla politica al calcio, dai reality show a Sanremo: in Italia ci si ammala di tifo.
Non parlo, chiaramente, della malattia per cui si moriva fino a qualche secolo fa e in qualche parte del mondo ci si muore ancora. Sto parlando di quella malattia per cui un individuo si sente superiore ad un altro in base ad un nonsochè (?).
Io sono della Juve e tu del Milan, io sono di Destra (?) e tu di Sinistra (?????), io ho votato la canzone XY e tu la XX.
Sì, credo ci si ammali, mentalmente, anche di questo tifo.
Il tifo ti dà il potere (maddechè) di poter offendere un'altra persona solo per il fatto che non tifa come te.
Ci fosse oggi Darwin si darebbe una revolverata in testa, a vedere l'evoluzione della specie (ho detto "evoluzione"?).
E' tutto creato a tavolino, ma che non si dica, altrimenti di cosa parlerebbe il populino?
E' ciò che Pasolini definiva l'argomento dell'italiano piccolo-borghese, è ciò che, in parodia, Paolo Villaggio ha dato in pasto agli italiani con il Rag. Fantozzi che incarnava in pieno questo essere vuoto e nullatenente (dal punto di vista intellettuale).
I giornali, i telegiornali, i massmedia in genere parlano di continuo di questo teatro, da sempre.
E la gente ne è sempre più appassionata, perchè, forse se tu togliessi il campionato di calcio per un anno, forse.. forse.. succederebbe davvero quel che speriamo tutti.
Marco Simoncelli, motociclista di 24 anni,  è morto dando spettacolo e lo spettacolo deve continuare (cit.), per forza. E' una legge del mercato.
Piermario Morosini, calciatore di 26, è morto stantuffando in una zolla dello stadio di Pescara.
In due facevano 50 anni.
Ma non importa, suvvia, è più argomentabile che un allenatore miliardario prenda a cazzotti in mondovisione un suo giocatore perchè lo ha mandato a quel paese dopo una sostituzione. Il problema non è tanto la scazzottata: il problema è che la gente si fa un'opinione di ciò. E' giusto, è sbagliato. Boh!
Poi magari sono gli stessi interpreti che parlano dei "valori dello sport", che "nel calcio c'è del marcio"  e che "dobbiamo dare degli esempi ai bambini", etc.
Mi sono soffermato sul calcio, perchè io ho accettato, da qualche tempo, che è tutto un grande bluff e nonostante pratichi questo sport da vent'anni e che mi piacciono le giocate, le rovesciate, i colpi di testa, i gol, ne sono davvero pieno. Sono stanco di essere preso in giro. E' una presa di coscienza, una scelta.
La politica ed il calcio: ad oggi, dove palesemente non vi è più nulla di credibile, continuano ad oliare quel meccanismo che rende sempre più omologato un popolo.
E' quello che vuole il sistema, "scio mast go on", come scriverebbe Calderoli dopo un comizio (daje).

A me ha colpito un viso, scolpito, di un uomo di cinquanta anni (o poco più), occhiali da vista, due baffoni neri ed un'imprescindibile faccia da buono. Era il papà di Marco Simoncelli che con il sorriso sulle labbra, al funerale di suo figlio, ha voluto che la gente ricordasse il proprio idolo non su di un podio, ma solo con il sorriso.
Questa è un'immagine che mi porto dentro. E' un insegnamento. Di dignità.