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venerdì 20 dicembre 2013

Forconi: imparate dai NO TAV

L'etichetta di "intellettuale" che mi è stata appiccicata mi spinge a dire la mia sul cosiddetto "movimento dei forconi".
A dire il vero non ho ancora capito bene da che accozzaglia di persone essi si siano formati, sicuramente da gente. Gente stanca, come tutti noi.
E mentre tutti gli intellettuali radical chic, compreso il grande Dario Fo (che non fa di certo parte di questa categoria), sottolineano il non-pensiero ma l'agire caotico di queste persone, mi sorge una domanda che vorrei porre anche al lettore: qual è lo scopo?
Se questo è un movimento unitario (e non lo è) avrebbero tutta l'approvazione del popolo, essendo essi stessi ex-borghesi ritrovatisi in miseria, ma tra di loro ci sono certamente degli sciamannati pronti a mettere a ferro e fuoco le nostre città.
Non voglio passare per perbenista, non lo sarò mai, ma se la tanto fagocitata "Rivoluzione" che i Forconi stanno sbandierando a destra e a manca, non esiste. 
Non esiste perché presidiare un casello autostradale, facendo perdere ore di sonno ai camionisti (ad esempio) è del tutto inutile e senza nessun senso. 
La protesta (ma protesta su quali basi?) non vi è e non vi è nemmeno un'idea di cosa voglia dire andare contro il potere. 
Chi protesta veramente, con le armi a loro disposizione, sono i NO TAV, gente defraudata della propria terra per un'opera buona sola a far intascare danari ai faccendieri e alle imprese edili che, fatalità hanno vinto gli appalti per costruire un treno del tutto inutile, visto che il commercio estero, ma anche interno, è completamente morto. 
Imparassero l'organizzazione dei NO DAL MOLIN, altra eredità che la vecchia DC ha lasciato ai cari americani per costruire basi Nato, e non cito il premio Nobel per la pace Obama. (...)
Bene hanno fatto, invece, ad andare ad occupare le sedi di Equitalia, l'ente voluto da quel vampiro di Monti, per succhiare l'ultima goccia di sangue al proprio popolo. 
E' fuffa usare come scusa "siamo stanchi di questa situazione di miseria!". 
Ma non siamo mica agli scioperi alle Scuole Superiori!
Ma di cosa stiamo parlando? Suvvia!
Non appartengo ai Forconi (come da uomo libero non appartengo a niente e a nessuno) almeno fino a che non se ne vanno nelle sedi televisive, interrompendo le trasmissioni del bellodecasa Giletti e di Carlo Conti. Gente che non ha motivo d'esistere e che prendono vagonate di soldi (nostri).
Che vadano nei vari Ministeri, che vadano a prendere per il colletto Letta e gli altri massoni. 
In questo momento stanno facendo solo chiasso che il populino ignorante e becero lo prende come l'arrivo degli americani negli anni '40.
Ma non fatemi ridere. 
Rispetto massimo per chi protesta, anche se protestassero contro le patatine fritte, per carità di dio, ma non confondiamo le cose. 
E quei (pochi) poliziotti, attenzione: non Carabinieri (...), che si sono levati il casco ora se lo sono rimesso perché è inamissibile che in nome del nulla rompano vetrine di un salumiere che per far quadrare il bilancio deve fare i salti mortali. 
I punti strategici del potere ci sono: andate lì. 

domenica 15 dicembre 2013

"La Mafia uccide solo d'estate": l'importanza di PIF

Quelli della mia generazione, si ricordano a memoria alcune cose riguardo alla Sicilia dei primi del '90 o almeno questo vale per me.
Quando chiedevo ai miei del perché questi uomini fossero così cattivi, ammè mi rispondevano "di non preoccuparmi che tanto quelli stavano in Sicilia, mica a Padova".
Poi però il botto delle bombe del '92 (e le successive) le ho sentite fino a Padova.
Mi interessava capire.
Mi dicevo "Ma se la guerra c'è già in Jugoslavia? Questi perché la vogliono fare anche qui in Italia?".
Poi, successivamente, il cognome che porto e che inevitabilmente si collega a quella terra ha fatto sì che mi "innamorassi" di quelle vicende.
Ho letto e riletto decine di libri, guardato e riguardato speciali e documentari, visto e rivisto film su film.
La Sicilia oggi è un semplice luogo come qualsiasi altro, in Italia.
E' pregna di Mafia come può essere il Piemonte o il Molise.
Cos'è la Mafia, mi sono chiesto negli anni? La Mafia, è bene ribadirlo, non si manifesta più (o perlomeno speriamolo) con le stragi degli anni '80 e '90.
La Mafia è una semplice raccomandazione, è un appalto truccato, è un taroccamento di bilancio, è la "spintarella", è sporcarsi le mani il meno possibile, è il "gioco" dei rifiuti rimbalzati da nord a sud.
Ma che minchia è sta Mafia?
Chi sono i mafiosi, i Corleonesi?
Certo che sì.
Ma insomma ce ne siamo liberati, oggi che stiamo mandando a cuocere il 2013, di sta tirannìa?
Assolutamente no.

La Mafia non fa più stragi, è vero.
Perché ha capito che non le conviene.
Ha capito che gli Uomini di Stato è meglio comprarli invece che ammazzarli, così c'è meno casino.
La Mafia E' lo Stato. E viceversa.
Sono un'unica entità che si muove attraverso gli stessi mezzi. Nelle stesse maniere.

Ho visto il film di Pierfrancesco Diliberto, detto PIF.
La trama, ovviamente, la sapevo a memoria.
Ma quando facevano vedere la barba di Giovanni Falcone e la mano che regge la sigaretta di Paolo Borsellino mi è venuto un brivido.
Lo Stato ha cessato d'essere tale da quando questi due signori sono saltati per aria.
Ne sono rimasti pochi a combattere la Mafia: Gratteri su tutti.
Altri hanno preferito fare carriera politica, forse obbligati o forse fulminati sulla via di Damasco.

Bravo PIF, hai obbedito al comandamento di Paolo Borsellino, un Santo Laico, che diceva ".. parlatene ovunque: nelle scuole, nei bar, negli oratori..".
Questo film è la diretta testimonianza di una ribellione civile ed intellettuale di chi non ci sta a questo Stato completamente mafioso e usa i mezzi che ha a disposizione, in questo caso un film, per spiegare a chi non c'era che quei botti scoppiati a Palermo nel '92, si sentivano molto bene anche a Padova.