Visualizzazioni totali

domenica 3 giugno 2012

E' tutto a pezzi, tranne l'Emilia

Dopo la prima scossa di terremoto di sabato 20 maggio, mi sono dovuto recare (per lavoro) nelle zone terremotate.
Era lunedi 22 maggio.
Girare per quei paesi, era come essere a Fukushima dopo l'esplosione.
Cocci a terra, transenne, campanili che si erano spostati dal posto in cui erano, carabinieri, polizia, pompieri, polvere, cani che cercavano tra le macerie, ambulanze, telecamere e la solita squisita gentilezza degli emiliani che ti offrono quello che hanno, anche a te, che non c'entri nulla.
E la gente, anzi, le persone.
Le persone con quell'aria che trasmette tristezza ed allo stesso tempo forza.
Vivere una tragedia in diretta, perdere tutto ciò che hai, come se una divinità maledetta soffiasse sul tuo castello di carta che ti sei costuito in una vita è una cosa pazzesca per chi vive nel benessere (come noi tutti).
E allora vivi in strada con gli altri, magari con gente con cui non hai mai parlato, perchè se hai perso ciò che hai, non devi perdere ciò che sei.
Mi fermo in una piadineria, nella strada che congiunge la provincia di Modena alla provincia di Ferrara.
Perchè se sei da quelle parti non puoi non mangiare una piadina, fai uno sgarbo a quella terra.
E' come non mangiare i tortellini a Bologna o non bere il caffè a Napoli etc.
Mentre mangio, penso a tante cose: alla paura che abbiamo avuto noi che abitiamo il basso Veneto, al fatto che l'Italia non si può non amare nonostante tutto (e tutti!), al patrimonio artistico che ci circonda in tutto il nostro territorio, basta girare i paesi di provincia per trovare bellezze incredibili. Quella zona, per altro, è stata la zona delle signorìe, del mecenatismo, dei Gonzaga (a Mantova), del Gran Ducato a Parma e degli Estensi a Ferrara.
Quanta Storia. Ed è vero che la storia siamo noi e che nessuno si deve sentire escluso. (cit.)
Tutto a pezzi, tranne la gentilezza ed il sorriso di quelle persone. Tranne la forza emotiva di chi ha perso tutto, tranne sè stesso. Tranne la sconvolgente "non voglia" di lamentarsi, perchè non serve. Tranne la non invidia perchè tu stasera vai a casa e dormi sul tuo letto. Tranne la mano di una mamma che accarezzava il suo pancione seduta su una panchina. Tranne le lacrime silenziose di una signora anziana con le mani giunte che pregava Dio.
Tutto a pezzi, tranne la Vita che va avanti, inesorabilmente e se c'era qualcuno impegnato a far dare "un segnale forte al Paese" con dei militari che sfilano il 2 Giugno, la gente dell'Emilia lo ha già dato quel segnale forte al Paese. Dalla mattina successiva il disastro. Quando ti rendi conto che è tutto a pezzi, tranne la tua dignità. 

Nessun commento:

Posta un commento