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lunedì 31 gennaio 2011

Io sono italiano perchè..

Oggi faccio la parte del venticinquenne che guarda un po' al futuro ed alla vita e mi faccio portavoce (idealmente) della mia generazione ponendomi 20 considerazioni.

1) Io sono italiano e sono fiero di esserlo perchè quella tricolore mi rappresenta e mi chiedo il perchè io debba andarmente dal MIO paese per cercare di campare dignitosamente.

2) Io sono un giovane italiano e mi devo sentire in colpa perchè sono disoccupato.

3) Io sono un cittadino italiano onesto e vengo insultato se pago le tasse.

4) Io sono un italiano e appena dico che la parola "eroe" va usata per i vari Falcone, Borsellino, Gratteri, Mattei etc. e non per i caduti in Afghanistan mi prendo del pazzo.

5) Io sono un italiano che prova a far l'artista e che si sente continuamente dire che con l'arte non si mangia (e mi viene da pensare allora.. con che cosa si mangia in Italia?)

6) Io sono un italiano che rispetta la legge e si chiede per quale motivo chi è a capo delle istituzioni del mio paese non le rispetta per primo.

7) Io sono italiano e non posso permettermi un futuro perchè anche il presente non ce l'ho.

8) Io sono italiano e proprio perchè sono ITALIANO ritengo folle che ci sia un partito riconosciuto dalla Costituzione che si chiama Lega Nord.

9) Io sono italiano e mi fa schifo l'ipocrisia con la quale si commemora la giornata della memoria, quando al giorno d'oggi i razzismi di tutti i tipi hanno la maggiore.

10) Io sono italiano come lo era Enzo Biagi, Indro Montanelli, Alcide De Gasperi, Aldo Moro, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Gino Strada, Roberto Saviano.

11) Io sono italiano perchè come si mangia da noi..

12) Io sono italiano perchè per trovare un lavoro "mi faccio il culo" e non ho ancora capito che basta darlo.

13) Io sono italiano come Don Gallo.

14) Io sono italiano perchè sono 4 volte Campione del Mondo.

15) Io sono italiano perchè non c'è posto in Italia in cui non mi senta fiero di essere italiano.

16) Io sono italiano perchè Bossi non si considera italiano.

17) Io sono italiano perchè Roma è Roma... e tutto il resto è relativo.

18) Io sono italiano perchè voglio godermi lo spettacolo di quando cadrà questa dittatura massmediatica.

19) Io sono italiano per il caffè.

20) Io sono italiano perchè amo il mio paese e perchè voglio insegnare alle future generazioni cosa voglia dire "essere italiani".

martedì 25 gennaio 2011

Buon compleanno Giorgio!

Caro Giorgio,
oggi 25 gennaio avresti compiuto una marea di anni, talmente tanti che probabilmente ci avresti scherzato sopra.
Voglio evitare di essere noioso poichè il mio "amore" (sì, penso sia la parola adatta) per te è ben noto e dunque voglio cercare di non dire e fare retoriche varie.

Sono parecchi anni che te ne sei andato Giorgio, davvero tanti, per me e per chi ti ama sono un vuoto insopportabile.
Io ho avuto la sfortuna (per motivi anagrafici) di aver iniziato la mia "Gaberizzazione" quando tu eri già morto.
Sei entrato in me più di qualsiasi dottrina, catechismo, insegnamenti, morali immorali ed immoralità morali.
L'altra sera mentre ascoltavo "Il Grigio" per l'ennesima volta mi dicevo silenziosamente che certe persone sono "sovrannaturali", "esseri non umani, quasi celestiali", "angeli terreni" e via via trovavo amaramente qualche sinonimo di queste non definizioni.
Assurdo.
A volte nella strana quotidianità cerco risposta in te e penso "ma qui Giorgio che cosa avrebbe detto/fatto/pensato?".
Ogni volta che mi faccio "Lo shampoo" faccio il pirla e ti canto (con le conseguenti preoccupazioni di chi mi ascolta), ogni volta che entro in un bar cerco "Il Riccardo" di turno, ogni volta che sono triste penso che c'è "La libertà di ridere" e penso anche che ".. non si può non ridere, in mezzo a tutti questi guai..".
Ogni volta che leggo le dichiarazioni de "Il Conformista" di turno, sbuffo e penso ".. ma davvero c'è gente che ci crede?".
Ogni volta che mi butto in un prato ho sempre l'impressione che ci sia "L'Odore" che mi disturbi, ogni volta che mangio un gelato cerco di trovarmi in un posto tipo "Il Bar Casablanca" e pensa che penso anche "... e pensare che c'era il pensiero!".
Sono tempi strani Giorgio, tempi in cui non sai chi ti trovi contro e non sai se un dialogo vale la pena di farlo e di aprirlo con certe persone e "chiedo scusa se parlo di utopia".
Il pensiero, questo sconosciuto, è stato dimenticato, ce l'hanno rubato, ce l'hanno plasmato.
Siamo diventati esseri non pensanti, anestetizzati da una specie di dittatura televisiva.
Tu "consigliavi" di trattare la televisione come una lavastoviglie, ho provato e mi son trovato i bicchieri ancora sporchi, quindi non ha neanche quella funzione lì.
Mah.. pensa che ho pensato spesso a "Il suicidio" e ".. se poi non ci riesco?".
Bene, penso di averti annoiato abbastanza.
Allora Giorgio.. buon compleanno, brinda alla nostra!!
Io vado a finire un paio di cose però.. devo dirti che in questo momento io.... ".. sto bene. Io sto bene come uno quando sogna... ".

lunedì 17 gennaio 2011

Don Pino: volontario per amore dell'umanità.

Ho conosciuto Don Pino l'anno scorso per caso alla Fiera del Libro, era in uno dei banchetti di Emergency appena fuori dal salone, jeans e camicia grigia con le maniche rimboccate.
A vederlo sembra un rocker e non un prete.
Vado nel banchetto a fare compere e inizio a parlare con quest'omone di quasi due metri, capelli bianchi come la neve e lunghi che gli toccano le spalle.
Aveva un foulard rosso e quando acquisto una maglietta mi fa "Belin, se ne prendi due ti faccio un euro di sconto e nel caso Gino (Strada) si arrabbiasse glielo darò io sto euro in più.." e ride.
Genovese purosangue, come lo testimonia la sua parlata (che ben conosco..) io da umorista fallito quale sono gli faccio "Non mi dica che anche lei è di Padova!?" lui ha sorriso e mi ha chiesto se avevo da accendere così ci facemmo portare un bicchiere di Barolo a testa e gli offrii uno dei miei sigari.
Ci conosciamo ed iniziamo a parlare, finalmente capisco che lui è un prete (anche se atipico per noi!) e con l'occhio furbo e "genovese" mi chiede una copia del mio libro autografata, volle anche la dedica che recitava più o meno così "L'inferno esiste solo per chi ne ha paura. A Pino con affetto e stima etc..".
Lui esterefatto mi dice "Ah.. Fabrizio, l'ho visto crescere, grazie della dedica.. non vorrai mica che te lo paghi, già ti ho fatto risparmiare un euro delle magliette!" e lì ho capito che i genovesi non si smentiscono mai (preti compresi!).
Il libro, don Pino, me l'ha pagato con gli interessi in 4 ore e passa di conversazione, ci siamo piaciuti subito, abbiamo parlato del Faber, di Pasolini, di Emergency e di pallone anche lui tifoso ma della Juve "mi piaceva Sivori e da lì mi sono innamorato dei numeri 10".

Da lì in poi volle che lo chiamassi Pino nelle nostre telefonate via skype perchè volevo conoscere di più di quel prete missionario da 40 anni.
Abbiamo parlato tanto, ma veramente tanto, ogni tanto chattiamo quando riesce a beccare la connessione nel posto più disparato del mondo in cui è.
Pino ha il mio stesso orientamento politico, siamo entrambi del "partito per e con gli Ultimi".
Abbiamo diversi decenni di differenza ma bene o male abbiamo lo stesso sentire.
Mi ha raccontato un sacco di cose quel prete pazzo con le mani enormi sempre pronte ad accarezzare e ad abbracciare.

Don Pino è stato volontario nei posti più disparati del mondo: dal Kurdistan, al corno d'Africa, dall'Afghanistan al sud America.
Ma si sà, anche per i super eroi gli anni pesano ma le sue braccia forti come quelle di Nino Benvenuti non conoscono ostacoli.
Pino ha visto con i suoi occhi neri e profondi veramente cos'è la guerra, bambini con il cervello spappolato, madri violentate dai soldati nemici più e più volte, bambini con meno di dieci anni saltare per aria per aver giocato con le mine antiuomo.
Mi ha rivelato che fino al '97 l'Italia è stata la maggior produttrice di mine antiuomo, la mina l'hanno chiamata "Valmara 69" ha una forma di giocattolo una specie di farfalla con le ali che appena un bambino ci inciampa sopra intento a giocare pallone o muore o resta senza arti, occhi e con il cervello spappolato.
Pino si incazza e non capisce come nella "civile Italia" questo non sia a conoscenza.
"Sai chi è il maggior esportatore di armi italiano?" - "No!" - "Cesare Geronzi, uno che ha in mano l'economia italiana (quale Tremonti..) e che un giorno sì e l'altro pure bacia la mano del Papa."
"Minchia!" dico io e poi continua "Io ho visto con i miei occhi soldati italiani saltare in aria per le bombe ma se qualcuno mi spiegasse l'utlità dell'esercito italiano in Afghanistan e in altri posti ne sarei felice!".
Don Pino non è uno che le manda a dire, è un sanguigno, un passionale, uno che alla domanda "Don, ma tu che ne pensi della Chiesa di oggi?" mi ha risposto: "E' un puttanaio belin, è tutto da rifare! Gesù è nato povero, perchè Ratzinger vive in una reggia e il Vaticano è il proprietario della banca più potente del mondo (lo Ior)? La Chiesa non segue il Vangelo, la Chiesa non segue la parola di Cristo: la Chiesa segue il Dio denaro e Gesù ha detto che non si possono servire due padroni perchè si amerà uno e si disprezzerà l'altro.
Vedi Carlo, io sarò anche un pazzo, come tanti mi hanno definito, ma io sento che il mio compito in questa vita è di fare del bene. Non condanno nessuno, io vado per la mia "cattiva" strada a dare la mano ad un uomo somalo che muore di aids nei suoi ultimi respiri, altri preti si inginocchiano davanti all'anello di Ratzinger, io non li giudico, che facciano quel che vogliono."

Don Pino è un gran personaggio, si definisce un "tipo strano" e dice di seguire la linea di Don Bosco e conseguentemente di Don Gallo (poco più vecchio di lui, ma molto amico suo).

"Nei brevi periodi in cui sono in Italia, vado da un amico a Imperia e mi suona il campanello della canonica un imprenditore abbiente del posto. Mi racconta la sua storia ed i suoi 'intrallazzi' per diventare quel che era, mi ha raccontato che ha la barca ancorata a Porto Cervo e che è molto amico di alcuni onorevoli, che la sua vita gli piace parecchio etc.. ad un certo punto lo blocco e gli chiedo 'ma perchè sei venuto da me?'" - "Non lo so, avevo bisogno di una tua parola Don, tu cosa ne pensi? Sto peccando?" - "Io non so se tu stia peccando, ma tu caro figlio, sei felice?"
Da lì un pianto sovraumano mi ha svelato che ogni tre mesi va in Thailandia e che ha fatto abortire più di 7 figli avute con varie ragazze italiane che pagava per avere rapporti sessuali con lui. Qualche tempo dopo ho saputo che si è trasferito in una regione del sud italia e dal Sudan mi è giunta notizia che si era suicidato con un colpo di pistola alla tempia."

Ora sento Don Pino raramente, mi manda qualche mail, è in Sudan dove c'è una guerra civile tra sudisti e nordisti, mi chiede come va la Juve e che ogni volta che beve il Barolo mi pensa e io penso a lui.


N.B. DON PINO (nome finto) E LE STORIE DA LUI RACCONTATE SONO FATTI REALI.

lunedì 10 gennaio 2011

Il sindaco Barin ed il coraggio di indignarsi.

Per chi non ne fosse venuto a conoscenza, la settimana scorsa il mio piccolo paese (Solesino, in provincia di Padova) è stato al centro di una "bufera" mediatica e di conseguenza al centro di numerose polemiche.

Vi spiego velocemente cos'è successo: la Provincia di Padova (in mano al centrodestra.. o presunto tale) ha stampato 50 mila copie del calendario 2011, da distribuire ai bambini del territorio padovano, calendario colorato, ben fatto con vari colori, disegni e quant'altro, non fosse altro per alcune "dimenticanze" relative alle festività: in esso sono citate infatti, tra le altre, la festa del papà, della mamma, dei nonni e anche la festa del "popolo veneto" (che cadrebbe il 25 marzo) e già qui ci sarebbe da discutere.
Ma quel che fa ancor più scandalo e disgusto per chi si sente ITALIANO è la mancanza nel calendario di due festività troppo italiane: il 25 aprile ed il 1 maggio.

Il mio sindaco, Walter Barin per l'appunto, si è INDIGNATO.
Cosa anomala in questo paese dove si fa passare tutto con la banale frase "cosa vuoi che sia..".
In Italia è tutto normale: è normale che dei condannati in via definitiva siedano in Parlamento, è normale morire nelle carceri, è normale che uno scrittore giri con decine di uomini di scorta, è normale che una scuola pubblica (ADRO) sia dipinta di verde con i vessilli di un partito politico.
E' tutto normale.
E' normale che un sindaco in provincia di Salerno venga ammazzato perchè contro la Camorra, è normale che i mandanti delle stragi mafiose siedano nelle stanze dei bottoni, è normale che gli omicidi di Pasolini e di Mattei (...) vengano archiviati e rinchiusi in un faldone impolverato.
E' normale che La Russa dia del "vigliacco" ad uno studente, è normale che un corruttore sia a capo del Governo.. è tutto normale.

A spezzare questa "normalità" è stato il MIO sindaco che si è scandalizzato alla visione della festa del "popolo veneto" (ma che vuol dire "popolo veneto"?) ed alla cancellazione della Festa della Liberazione e di quella dei Lavoratori.
Ma vi sembra possibile tutto ciò?

Torniamo a monte: il calendario avrebbe dovuto esser distribuito ai bambini, ma il rispetto per l'infanzia dov'è cara Degani? (Presidente della Provincia di Padova)
Lei è donna di destra e come tale, dovrebbe avere a cuore il valore della famiglia e della PATRIA.
Allora, Presidente, è proprio sicura di essere di destra? Eppur mi pare che nel giorno della Liberazione migliaia di TRICOLORI sventolino per i nostri paesi, perchè questa è la nostra storia!
Il Veneto è una regione ITALIANA, come la Basilicata, come la Sicilia.
Veneti erano Perlasca, Lei conosce la storia di Perlasca, Presidente?

Voi vi ostinate sempre a raccontare dei comunisti che mangiano i bambini, ma voi cosa mangiate?
Sicuramente siete privi di fosforo, per dimenticare di inserire due feste del genere.

Sindaco Barin, Lei dopo questo gesto ha fatto togliere il cappello a tutta Italia dimostrando che c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di INDIGNARSI davanti a queste nefandezze.

Per la cronaca, l'opposizione paesana ha insignito la giunta comunale come "un centro sociale", un "paese in mano ai comunisti".
Pensate un po'.. io che credevo di essere soltanto ITALIANO.