Visualizzazioni totali

lunedì 14 novembre 2011

Quanto durerà ancora questa festa?

In questi giorni di giubilo e di feste nazionali vengono tremendamente buone le parole di Giorgio (Gaber n.d.r.) nelle quali specificava quanto il voltagabbanesimo sia sport diffuso e ben praticato nel belpaese "Qualcuno era comunista perchè prima (prima, prima..) era fascista..".
Non che Giorgio (Gaber n.d.r.) abbia mai sbagliato i tempi tecnici previsti delle varie catastrofi ma in "Qualcuno era comunista.." oggi si dovrebbe veramente riflettere.
Era come nel "post tangentopoli" quando tutti giuravano sui propri figli (cit.) di non aver mai (assolutamente, mai) votato la DC.
Silvio è caduto (ma ne siamo davvero sicuri?) e si continua a festeggiare.
Si festeggia come quando Rossi rifilò la tripletta al Brasile nell'82, si festeggia come quando Grosso infilò la Germania all'ultimo secondo nel 2006, si festeggia come quando i Jalisse vinsero Sanremo nel '97 (eh?). Insomma, si festeggia. E' gloria nazionale, è segnale che gli dèi non si sono dimenticati di noi, è con vibra e vibrante soddisfazione (cit.) che siamo un paese libero!
Ah sì?
Allora festeggiamo anche chi ha abbandonato il Titanic prima che affondasse, beatifichiamo le Carlucci (dio mio, la Carlucci..) e gli Straquadanio di turno, piangiamo per l'addio di Fede al suo nontelegiornale, eccetera eccetera eccetera.
Di lui ci mancheranno tante barzellette e tante citazioni, che al momento ci sono sembrate surreali, dette da un marziano, ma che poi ci hanno fatto fare il callo a quello che era (da quasi 20 anni) il nostro Premier.
E' un peccato che se ne sia andato, già.
Ora il PD non potrà più chiedere le "dimissioni" di nessuno, D'Alema ha perso il suo miglior alleato, Napolitano con l'ultimo monito ha tagliato la testa al toro, sanguinante e quasi già morto.
Dopo di lui, chi c'è? Monti che investe Veronesi (sì, quello che lotta contro il cancro e allo stesso tempo appoggia gli inceneritori e che dice che "il basilico è cancerogeno"...) ma che allo stesso tempo da fiducia a Settis, rettore della Normale di Pisa (respiriamo).
Cosa ci aspetta? Ci aspetta che non abbiamo più scuse, che non possiamo più scaricare colpe al puffetto, che non possiamo più fare (troppe) facili ironie su BrunettaGasparriScajolaSantanchè etc.
Ci aspetta di essere responsabili (in senso lato, per carità) di noi stessi.
Ci aspetta di diventare Italiani, una volta per tutte e che questi ventenni già vissuti, non si ripetano più.

"Abbiam fatto l'Europa, facciamo anche l'Italia.." ('Io non mi sento italiano' - G.G.)

Nessun commento:

Posta un commento