Sarà anche Festa Nazionale il 2 Giugno, ma sono anche 31 (trentuno) anni che Rino Gaetano non c'è più.
Cantautore, poeta, villano, ciarlatano, qualunquista, pazzo (...) sono solo alcuni degli epiteti rivolti al Nostro da quando quella notte romana se lo risucchiò con quell'alone di mistero che solo in questo paese esiste per le scomparse dei grandi.
Un incidente in macchina, si dice, e poi l'ambulanza che soccorre il povero Rino che gira ben 5 (cinque!!!) ospedali della Capitale a vuoto perchè gli viene detto che "non c'è posto, è tutto pieno".
Io alle casualità ho smesso di crederci da un bel po'.
E allora immaginiamocelo vivo oggi Rino, perchè oggi continua a vivere attraverso le sue rime mai casuali.
Cosa direbbe il genio assoluto della musica italiana nel 2012?
Sì, il genio. Nessun vocabolo è più adatto per questo straordinario artista che ha dato troppo poco alla nostra storia culturale.
Il genio è colui che è, appunto, geniale. Non esistono definizioni poichè il genio è anarchico per antonomasia.
Mai capito all'epoca, mai capito ora.
Si diceva fosse un pazzo o un eretico.
Rino Gaetano era semplicemente allergico alle regole, agli schemi precostituiti delle case discografiche perchè lui scriveva di getto, baldanzoso, un po' guascone.
Ha preso in giro tutti, Rino.
Come quando venne costretto a partecipare a Sanremo con "Gianna" (lui voleva portare la non adatta "Nuntereggae più") nel 1978.
Su quel palco, troppo sacro e fin troppo profano, vi si esibiva vestito da clown, irridendo quel palcoscenico, irridendo quella gente, irridendo quell'ambiente bacchettone, falso, finto, corrotto.
Ha iniziato a strimpellare la chitarra e a scrivere canzoni ispirato da Giorgio Gaber e da Dario Fo perchè ".. è proprio quando non lo si prende sul serio, che si attacca il potere" diceva.
E con questa convinzione vera e veritiera si è costruito una carriera, senza mai prendersi troppo sul serio.
Come quando venne invitato ad una trasmissione televisiva a cantare "Aida" in play back e lui allergico alle finzioni la cantò completamente fuori tempo, con la sua vera voce che doppiava il pezzo registrato.
Oppure come, in piena lotta studentesca, alle richieste di prendere una posizione, lui, anarchicamente (?), diceva che non sempre è giusto prendere una posizione.
Sempre fuori dalle righe, sempre fuori dagli schemi, sempre fuori dai circuiti massmediatici.
Travisato, come in "I love you Marianna" (1973) pezzo etichettato a favore delle droghe leggere, per i critici, quando invece era solo un inno d'amore alla nonna che si chiamava, appunto, Marianna.
Sei dischi all'attivo, poi Rino non ha avuto più il tempo di scrivere altro.
Forse perchè aveva detto tutto.
lei mi stupisce in ogni suo blog.complimenti, mente aperta e emozioni a non finire...grazie
RispondiEliminaGrazie Anonimo, mi piacerebbe si firmasse, perchè poi dicono che i complimenti me li scrivo io. Il Signor C
RispondiElimina