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lunedì 14 maggio 2012

Calamandrei ai giorni nostri

"[...] La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono... Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. [...]"
Questo era uno stralcio di un discorso che Piero Calamandrei fece agli studenti milanesi nel 1955.
Calamandrei è stato uno dei nostri Padri Costituenti (metto la maiuscola, anche se è un errore grammaticale), era un uomo del 1889, uno che ne ha viste di tutti i colori.
Uno che ha vissuto l'epoca del fascismo, della grande crisi economica del '29, uno che aveva il vezzo di parlare ai ragazzi, ai giovani.
Si è laureato nel '12 in Giurisprudenza, Calamandrei, per poi diventare Docente di Giurisprudenza appunto, in diverse Università italiane.
Era un Professore (anche) Calamandrei.
Ha vissuto anni difficili anche Calamandrei, prima è stato spedito al fronte come soldato, poi per la sua umana intelligenza ha dato vita ad una delle Costituzione che tutto il mondo ci invidia, per come è stata scritta.
Concordo con Benigni quando dice che "..la nostra Costituzione è poetica..". E' vero, è poetica.
E' poetica perchè quell'Italia era simile a questa Italia, poche differenze.
Un paese che anche quando non era "Stato" ha sempre accolto tutti, tra le sue pianure ed attraverso i suoi mari.
Attraccavano nelle nostre coste e andavano in cerca di fortuna, come è capitato e capita, a noi, oggi.
E' un fenomeno umano, e come tale, la Lega non lo capirà mai.
Quando nel tuo paese non riesci a mangiare, scappi, per sopravvivenza.
Nel nostro paese ci sono passati tutti i popoli, prima e dopo Cristo.
Ci hanno rubato, saccheggiato, incendiato, attaccato. Perchè l'umanità è così, perchè noi siamo un ramo di un grande albero che mette le radici nel mare caldo dove tutti, più o meno, ci hanno navigato.
E' così che si è "composto" il popolo italiano: un insieme variopinto di radici geografiche.
Siamo figli di Roma, dei greci, dei normanni, degli africani, dell'est e dell'ovest, del nord e del sud del mondo.
Ma da quando Calamandrei e soci (cit.) hanno sancito che siamo un popolo unito, è stato detto tutto.
Ora il popolo a cui Calamandrei si rivolgeva non c'è più ed anche loro venivano da anni di carestie, di guerre e di fame.
Ora c'è un popolo che non conosce la Costituzione, che vota dei simboli e questi simboli fanno sì che degli idioti assoluti decidano il destino delle nostre vite.

Calamandrei era un Professore, come detto, ma non ha mai detto ai giovani (o ai precari, n.d.r.) di "essere l'Italia peggiore" o che "il posto fisso è noioso".
Calamandrei ha firmato una Carta che i suoi predecessori non hanno mai rispettato, cambiandola, modificandola, violentandola (come ha detto giustamente Antonio Di Pietro).
Chissà cosa direbbe, Piero Calamandrei, di quei lavoratori che si impiccano perchè non riescono a sopravvivere e chissà cosa direbbe degli sprechi ignobili di un branco di assassini.

Sì, perchè ogni suicidio che accade è un omicidio, di Stato.

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