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giovedì 24 ottobre 2013

Le colpe del Fatto Quotidiano

Premetto che del Fatto leggo solo gli articoli di Andrea Scanzi e di Malcom Pagani, perché quando li leggo, mi emoziono.
Quando questo giornale venne fondato, mi abbonai. Poi con l'andare del tempo, mi stancai. 
Primo perché leggere ogni giorno l'editoriale di Travaglio che scrive SEMPRE E SOLO su Berlusconi è di una noia mortificante, della serie "ma questo qui, se Berlusconi non esistesse, che lavoro farebbe?"; secondo perché costa parecchio e se è vero com'è vero che non prendono sovvenzioni statali (e qui, onore al merito, anche se dovrebbe essere una cosa normale. Ahssì, siamo in Italia), mi scoccia pagare un giornale per leggere solo due giornalisti, che non ci sono neanche sempre, tra l'altro.  
In ogni caso, spezzo una lancia a favore di questo giornale. 
A loro insaputa, forse, si sono tolti l'etichetta del "giornale di Grillo" e questa è una medaglia al valore. 
Vuol dire che stanno lavorando bene, vuol dire che sono davvero liberi ma soprattutto vuol dire che non si capisce cosa vuol fare Grillo da grande, anzi, lo si è capito benissimo: accalappiarsi tutti gli scontenti di sinistra, destra, sopra e sotto.
Prima strizzando l'occhio contro l'immigrazione, poi facendo passare una pseudo-disponibilità a stare coi comunisti 2.0. 
Ho idea che il M5S prenderà una mazzata non comune alle prossime europee, nonostante i Fico, i Di Battista e altri bravi politici. 
Ma lo scranno su cui Casaleggio si siede e comanda, ricorda (poco) vagamente le dittature che verranno. 
Stanno perdendo la faccia. 
Chi non l'ha persa è stato il Fatto, appunto, soprattutto quando Grillo dal suo blog ha attaccato Scanzi, dicendo, in soldoni, che lui non aveva bisogno di "difensori" e dandogli dello zerbino.
Conoscendo Andrea e, chi lo legge lo sa, questo non complimento di Beppe gli ha fatto solo che piacere. 
Di giornalisti zerbini e al soldo dei partiti/movimenti ce ne sono fin troppi (e non cito Fazio, perchè sarebbe come sparare sulla Croce Rossa).
Uno a zero per il Fatto, dunque, che da quando è nato ha sempre avuto un'impronta popolare e popolana, dalla parte dei cittadini e, soprattutto, dalla parte della Costituzione, cosa che Grillo (più dei suoi adepti) paiono dimenticare. 

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