Visualizzazioni totali

domenica 13 ottobre 2013

Il paese degli sciacalli: tre eroi a confronto

Stamani ho letto quelle poche righe, come (quasi) sempre illuminanti, di Aldo Grasso su Pietro Mennea.
Al di là di ciò che ha rappresentato e rappresenta Pietro per me, per noi tutti, credo che la notizia sia schifosa per i figli, per la famiglia ed anche un po' per noi.
Tuttavia, da quello che posso immaginare, credo che a lui, a Pietro, non gliene importi un fico secco.
Che se la tengano sta fottuta eredità, fatene quelle che volete. Io quello che dovevo dare, ho dato.
Immagino che dica ste frasi e lo immagino, sì, proprio ora e soprattutto ora, a correre.
Lo immagino con la canotta azzurra e con il fisico da ragazzo giovane, coi capelli neri che taglia un traguardo, agitando le braccia in segno di vittoria, e nel mentre, spostare in un movimento inconscio la mandibola, come quella volta.
Che Pietro fosse anche un uomo eccezionale, straordinario eccetera è cosa nota.
Ma quest'opera di sciacallaggio è davvero vomitevole, chi lo ama, come il sottoscritto, non può accettare che qualcuno si approfitti di lui. No, questo non glielo dovete fare.
Anima limpida e pura, Pietro Mennea da Barletta, anno di nascita millenovecentocinquantadue.
E qui l'emozione ed il trasporto mi portano ad un altro come lui, un altro eroe epico, un altro sportivo sublime, ma soprattutto, un grande uomo: Gaetano Scirea.
A Gaetano (che ha "causato" sin da piccolo il mio spasmodico tifo juventino) l'hanno lasciato stare, anche perchè il figlio Riccardo e la moglie Mariella sono persone meravigliose e hanno custodito il ricordo del Capitano e dell'Uomo come reliquia da mostrare a chiunque ne abbia bisogno.
Sì, perchè quel tipo di uomini sono come una ricarica vitale: quando pensi a loro, a cosa sono stati, stai meglio.
E non parlo di un altro mio eroe perchè altrimenti rischio di commuovermi, come sempre.
Sto parlando di Marco Pantani, per tutti "Il Pirata", pure lui vittima di sciacalli anche da vivo, anche quando non ce la faceva più, anche quando quel suo sorriso romagnolo in realtà urlava un "lasciatemi in pace!!!".
Eh no, caro Marco, non ti hanno lasciato in pace all'epoca e non ti lasceranno in pace mai.
Ma ciò che importa è che nella tua vita, correndo in bicicletta, hai lasciato una traccia indelebile nelle anime di chi ti ha amato.



Nessun commento:

Posta un commento