Guardo Blob in questi giorni, eh sì, perchè d'estate va anche bene rilassarsi un po' no?
Anzi, guardo i primi 30 secondi di Blob di ieri (domenica n.d.r.) e poi spengo immediatamente quell'elettrodomestico che Giorgio (Gaber n.d.r.) paragonò "ad una lavastoviglie" ne "Il Corrotto" in cui, con raffinata incazzatura, derideva questo ammasso di fili capace solo e soltanto di trasmettere il nulla.
Blob è l'unico programma televisivo che mi piace perchè sputa con ridente realismo la verità, sapendo di far salire la bile all'esofago di chi ha già cenato.
Ebbene, in quei 30 secondi, ho visto due immagini (e situazioni) nuove ahahahah (poi ci arriviamo) per il nostro paese: la Bindi che, intervistata, definisce la "questione morale come punto fondamentale per la ricostruzione del partito (...)" e subito dopo un'immagine del faccione lardoso ed inquietante di De Michelis (ecco la risata isterica a chi era riferita).
Chi non è del tutto sprovvisto di nozioni del ridicolo e drammatico malaffare durante la Seconda Repubblica può avere due tipi di reazioni a tutto ciò:
- associa la Bindi e De Michelis in qualche gioco erotico e perverso (suvvia, non stiamo parlando di gente brutta, ma di brutta gente);
- spegne la tv e se ne va smadonnando contro la mamma di questi due individui.
Se analizzassimo in un altro periodo storico, da un altro luogo e senza conoscenza alcuna, la frase di Suor Bindi, non sarebbe da conati di vomito, perchè la "questione morale" è forse la più elevata forma di politica ed indietreggiando di un bel po' di secoli, possiamo addirittura dire che la Bindi si sarebbe ispirata agli Antichi Greci, i padri della democrazia, quando per "politica" loro intendevano un'arte, un servizio, un qualcosa di addirittura poetico.
La frase suscita conati di vomito se la si ascolta oggi: luglio 2011.
Come fai tu, Bindi, a nome del tuo partito (?) prendere per il sedere ANCORA gli italiani con questo monito ridicolo?
Forse pensano davvero che l'anarchia del potere (cit.) possa veramente mietere teste (nel senso di cervelli) ancora per molto.
Come puoi tu, Bindi, ergerti a paladina della neo filosofia tra un Penati ed un D'Alema?
La credibilità (questa sconosciuta) è ormai andata persa da quando avete costruito tutti insieme allegramente la Casta.
Non vi crede più nessuno e se tu mandi uno slogan con queste parole, come può reagire un: cassaintegrato, disoccupato, studente, lavoratore a gettone, lavoratori che versano contributi per una pensione che non vedranno mai, non lavoratori con famiglie a carico che sperano sempre che "il vento è cambiato" ma che in realtà la puzza del compromesso (citazione borselliniana) resta e resterà per sempre?
Allora mi faccio platonicamente portavoce di chi non ha più i conati di vomito (perchè ha già vomitato) per le vostre dichiarazioni e vi dò un consiglio: "state zitti, se potete".
Non peggiorate la (vostra) situazione, perchè, altrimenti, uno ci crede davvero che queste stronzate le diciate apposta per dar man forte ad un avversario (?), clinicamente morto, per tornaconti generali.
Nei momenti in cui Bersani imitava Crozza (?) facendo sorridere (almeno) gli italiani, hanno (SEL e IDV) spodestato il regno di Milano, Napoli, Cagliari etc e si poteva anche "sopportare" che il PD si fosse "appropriato" delle vittorie, che vittorie non sono.
Da quando avete iniziato a recitare la pantomima degli ultimi quindici anni siete ripiombati nell'oblio vuoto e nullo di cui avete sempre avuto pieno possesso.
La sinistra è esistita per un mese, poi è diventato un centrodestra un po' meno schifoso.
Gli italiani, cara Bindi, hanno bisogno di SINISTRA, quella vera, perchè ne hanno tutti le palle piene di questi furbetti del quartierino.
Purtroppo per noi il vento è tornato quello di prima, quello che aveva previsto Licio Gelli, quello che la futilità ha omologato la popolazione costruendo quasi vent'anni di regno del nulla.
Siamo arrivati alla P4: fate in modo che non si ritorni alla P38.
Scusate lo sfogo.
p.s. Non ho voluto appositamente scrivere nulla su De Michelis, la sua faccia parla da sola.
p.p.s. Rosi Bindi ed Umberto Bindi, ve lo assicuro, non sono neanche lontanamente parenti, e te credo (cit.)
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