Avevo vent'anni, maturità appena presa e la mia prima grande storia d'amore era naufragata. E stavo andando nelle Dolomiti con un gruppo di ragazzi del mio paese a fare l'animatore.
Non sapevo ancora molto di quello che dovevo o volevo fare, ma quello non era un giorno qualunque.
Quello era il giorno che ho sentito raccontare da tutti, da sempre. Era il giorno che "quei tedeschi.. cazzo..", era il giorno che mancava da ventiquattro anni. Era il giorno della finale della coppa del mondo. Esattamente, ad oggi, sette anni fa.
Avevo preso troppe fregature con la Nazionale.
I mondiali del '90 con Baggio e Schillaci, mandati in vacca per quell'uscita di Zenga, i mondiali del '94 con quei cazzo di rigori e ancora il rigore di Di Biagio nel '98, pure nel 2000 quando il mio Del Piero era il "grande Del Piero" ad Europeo già vinto e stravinto, sti francesi ci beffano.
Non riuscivo a gioire con la Nazionale.
Ma sapevo che quell'anno era un anno speciale: finora c'era andato tutto troppo bene e avevo una certezza di vittoria che si chiamava Marcello Lippi, che io da juventino, conoscevo bene.
E poi arrivavamo da quella semifinale epica con la Germania, con la solita maledetta e fortunosa Germania.
Scrivevano male di noi, degli italiani, nei giornali loro. Come e più di adesso.
Ci hanno pensato Grosso e Del Piero a farli stare zitti, 'sti crucchi!!
Dicevo, avevo qualche certezza di vittoria anche perchè vedevo nella faccia dei nostri, la faccia dei vincenti.
Buffon di una tranquillità disarmante, Cannavaro che sorrideva sempre, consapevole che era il più forte difensore del mondo, la classe cristallina di Pirlo, la grinta di Gattuso, lo sguardo che ti prende per il culo di Totti e poi quello spilungone che roteava quella mano sull'orecchio che era un piacere di Luca Toni.
Eravamo forti, dai.
E gli altri in panchina: Del Piero, Gilardino, Iaquinta, Materazzi etc.
Insomma quel giorno della finale avevo pur tante certezze ma sapevo anche che di fronte avevo quella squadra maledetta. Quella che ci ha sempre rovinato la festa. C'era Zidane, Trezeguet e quel bastardo di Barthez e la sua maledetta pelata. E quell'allenatore antipatico con gli occhialini che ci odiava.
Noi, in Alta Badia a cercare di metter su uno schermo gigante, fatto con un lenzuolo e a corrompere un vecchio per farci dare il decoder e la parabola. Altrimenti il Monte Pelmo ed il Civetta non ci avrebbero permesso di vedere la partita.
A loro che gli fregava? Per loro che fossimo noi o fossero loro, i campioni del mondo, sempre lì stavano.
Comunque ci eravamo riusciti, pregando che tutto restasse così, perchè se veniva un po' di vento (e da quelle parti il meteo non si può mai prevedere) cascava tutto e noi restavamo lì, fuori dal mondo e soprattutto senza sapere cosa stava facendo l'Italia.
Insomma, iniziamo. I nostri sono tesi ma loro un po' si cagavano addosso.
Dopo poco un francese sguscia via sulla sinistra, entra in area e Materazzi lo stende.
Ecco, pensavo, il solito Materazzi! Quello falcerebbe anche un cane per strada. Ma perchè l'hai portato via, Lippi?? E' un macellaio, lo si sapeva. Rigore per la Francia, dopo pochi minuti.
Inquadravano i nostri, davano una parvenza di tranquillità, comunque.
Per noi tifosi però arrivava l'ennesima maledizione nazionale e poi Buffon è un grande ma di rigori ne ha sempre parati pochi.
Tira Zidane: gol. Gol di culo, ma gol. Uno a zero. Bestemmie a dio e a tutte le divinità. La nostra favola stava finendo.
Passano pochi minuti, Totti prova a tirare, rimpallato. Calcio d'angolo.
Pirlo pennella in area, Materazzi vola, rete che si muove.
Ripeto: Pirlo, Materazzi, rete.
Io alzando il braccio, rompo un dente al mio vicino di posto, sedie che volano, gente che piange. Cazzo, abbiamo pareggiato. E sempre con quel macellaio di Materazzi che guarda il cielo e lo dedica alla mamma.
Grazie Marco!
Torniamo daccapo. Ora vediamo, francesini.
Partita tesissima, insomma, è pur sempre una finale mondiale.
Quando entra Del Piero, divento lo zimbello del gruppo.
Per me è sempre stato un dio, Alex. E i miei amici lo sapevano, loro che erano interisti o milanisti. E sapevano pure che in Nazionale, Alex, non è mai stato un granchè fortunato.
Finisce la partita, si va ai supplementari.
Gente che smadonna perchè "i rigori no eh!!"
Ad un certo punto, un mio amico si gira verso di me e mi fa "Guarda, preferisco perdere prima ma i rigori non li voglio!".
Ma che discorsi sono, santoddio, magari una volta ci va anche bene o no?
Espulso Zidane, coglione! Ok, Materazzi l'ha accentuata sicuramente ma lui la botta gliel'ha data.
La partita non si sblocca.
Rigori.
Sudo come un porco. Il Pelmo non si muove, il Civetta meno. Va beh.
Dai è stato bello lo stesso. Buffon scherza sempre, che guascone. Cosa ridi che non ne pari neanche uno!
Va Pirlo, gol.
Va Materazzi.... uuhhhhhhh.. gol.
Va Trezeguet........... traversa!!!!!!!!! Cazzo traversa!!!!! Dobbiamo segnare noi ora!! Dobbiamo segnare!
De Rossi............... gol!!!
E loro segnano.
Ecco. Parte Del Piero. Uno mi urla "Carlo guarda che se sbaglia non farti più vedere in giro eh..". E in effetti, pensavo io. Tira Del Piero..... gol!! "Fanculo!!" urlo. Grande Alex!!
Tirano loro, gol.
Tocca a noi, tocca a Fabio Grosso da Chieti.
Rincorsa. Io sapevo esattamente che quella rincorsa lunga la stava guardando tutto il mondo, che anche quando avrò novant'anni quella rincorsa me la ricorderò. Sapevo tutto.
Sapevo anche che se segnavamo eravamo CAMPIONI DEL MONDO.
Inquadrano Grosso. Occhi sgranati. Il mondo si ferma. Noi che guardiamo in faccia quella faccia da bravo ragazzo. Dai Fabio, facci sto regalo minchia!
Inizia a correre...
Non mi ha cambiato la vita vincere un mondiale ma volevo vincerlo per poterlo raccontare, come hanno fatto quelli prima di me con quella corsa di Tardelli e con Pertini che si pavoneggia al Bernabeu.
Sì, ragazzi, siamo Campioni del Mondo.
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