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lunedì 16 luglio 2012

La mia Gaberite non lo permette

Ogni volta che sento qualcuno che canta Gaber mi girano alacremente le palle.
Io lo canto, lo recito, lo penso e lo prego. In doccia, però.
Ma io, con presunzione, posso permettermelo.
Perchè io in quello che Giorgio e Sandro hanno scritto e detto ci credo.
Perchè mi hanno fatto diventare uomo.
Gaber è una "malattia".
L'unica malattia benevola. Nel senso che una volta che l'hai presa non te la stacchi più di torno.
Io ho fatto tutto secondo scaletta: mi sono avvicinato a Giorgio per caso (?), da adolescente ma non ascoltando niente dei suoi monologhi o delle sue ultime canzoni.
Io ho iniziato dal principio. Perchè in principio era il Verbo. (cit.)
I duetti e la tournèe con Mina e i vari pezzi da "Il truccamotori" a "Goganga", da "Non arrossire" a "Il Riccardo".
Già lì mi aveva cambiato la vita.
Poi ho iniziato a drogarmi del teatro canzone che ha inizio nei primi anni '70, da lui stesso inventato.
E da lì è stato un innamoramento, una folgorazione, un amore continuo.
Perchè non c'è parola, non c'è verso, non c'è testo di Gaber (e Luporini, n.d.r.) in cui non credo ed in cui non condivida tutto.
Non voglio invogliare nessuno alla "gaberite" perchè se sei fortunato (ma non è "fortuna") la Luce ti illumina e ti sceglie da sè.
Giorgio per me è una fede e a volte non ne parlo per pudore e spesso parlando del più o del meno lo cito senza accorgermene ma non lo faccio per darmi un tono ma perchè è entrato dentro di me molto più di quanto Berlusconi sia entrato in Emilio Fede (?).
E allora, tornando a monte, non posso ascoltare che un Ligabue qualsiasi canti (?) "Qualcuno era comunista.." primo perchè Ligabue non ha proprio capito cosa volesse dire Gaber in quel pezzo che non è solo una provocazione (...), secondo perchè lo rifà uguale identico all'originale.
Ma chi sei tu per permetterti di rifare Gaber uguale?
Poi ne ho sentiti di tutti i colori e ogni volta avrei preferito il cilicio alla tortura cui venivano sottoposte le mie orecchie.
Morgan, Giulio Casale (straosannato da tutti, ma chi è?), Capossela, ora perfino Gigggggi D'Alessio.
E' fastidioso perfino Celentano che canta Gaber, per me.
Io credo che Giorgio non sia un Ligabue o un Vasco che hanno proseliti di coverband.
Giorgio non è mai, mai, mai, mai, MAI, stato banale. Mai!
Non puoi rifarlo. Non puoi cantarlo. Perchè non ne conosci la filosofia, non lo canti e non lo preghi.
Lo facessi sotto la doccia, Ligabue, ti direi "bravo!". Invece lo fai sopra ad un palcoscenico. Dove magari qualcuno dal pubblico esclama "Cazzo, bello sto pezzo di Ligabue!".
E' questo l'orrido errore che ne esce.
Gaber a parer mio è già stato quasi del tutto dimenticato ed è un bene, perchè se lo si deve ricordare così, meglio dimenticarlo del tutto.
Giorgio non è mai stato capito, nemmeno quando con Enzo Jannacci facevano "I due corsari" antesignani rispetto ai Blues Brothers di almeno dieci anni.
L'Italia cinematografica non se n'è mai accorta.
Troppo presa dalle stronzate.
Troppo blasfemo e controcorrente, Giorgio Gaber.
Troppo. Per tutto.

I Nomadi hanno il suo pubblico che li segue ovunque. Noi Gaberiani, siamo fastidiosi, perchè se ce lo tocchi, ci incazziamo. Perchè siamo dei tuttologi. E soprattutto perchè non ci andrà mai bene niente.
Così sia.

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