Gezi è il parco più importante di Istanbul, la seconda città turca.
Nel parco di Gezi ci sono seicento alberi che secondo il governo Erdogan, devono andare tagliati per costruire un centro commerciale.
La Turchia ci hanno sempre insegnato che anche se politicamente unita nelle carte geografiche, è sempre stato un paese diviso da lotte religiose, da due capitali (quella istituzionale è Ankara), sappiamo di Costantinopoli, dei poeti turchi (Hikmet, il mio preferito), dei bizantini etc.
Non sappiamo che da giorni nel parco di Gezi, nel cuore di Istanbul, è in atto una guerra civile.
Per il petrolio? No.
Per ideologie politiche? No.
Perchè dei ragazzi, ormai diventati una marea, si sono rotti le palle della cementificazione selvaggia del governo.
Erdogan come tutti i dittatori ha oscurato le tv di stato e i mezzi d'informazione.
Ora ad Istanbul, arrivano popoli e genti da tutta Europa a solidarizzare con il popolo turco.
Sì: popolo turco.
Unito, ora più che mai.
I ragazzi si sono incazzati, si beccano tafferugli della polizia ogni notte, i feriti non si contano neanche più.
Lacrimogeni con spray che dire nocivi è un eufemismo e loro lì, per rivendicare un diritto.
Il loro parco di Gezi è più importante di un centro commerciale.
La rivolta turca è l'emblema che tutto il mondo si sta ribellando ai tiranni (o tirannosauri).
Sì, tutto il mondo. Tranne un paese.
Quello del Pd, quello dell'inciucio, quello della Lega.
In Italia, il massimo che si fa (ma stiamo proprio parlando di anarchici impazziti) è condividere un link su facebook.
E poi va tutto bene.
p.s. Avete visto che gol ha fatto Balotelli?
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