Il Ginepro è una casupola trasformata a ristorantino che guarda sul Tirreno.
Esso è ormai finito a rottami e pietre, con tubi che pendono e ferri arruginiti che allontanano i pochi propensi a visitare questa camera finita nel dimenticatoio del mondo.
Chissà quante cose ha visto nella sua vita il Ginepro, chissà quante persone hanno camminato sotto al suo tetto e chissa quanti occhi hanno guardato il mare dalla sua finestra.
Ora non più, ora il Ginepro ha vissuto abbastanza ed è stato definito dall'uomo in un termine assai poco poetico un "edificio pericolante".
Io invece trovo poetico questo ex bar ed ex ristorantino che guarda al Tirreno dalle sue mille tinte d'azzurro.
Quanti camminatori, turisti, innamorati e peccatori hanno voluto fermarsi a ristorarsi in quella camera che funzionò come, appunto, ristoro.
Ora a vederlo con occhio razionale da uomo occidentale o da ingegnere di chissà che cosa, l'edificio è pericoloso poichè anche un cane che va a pisciarci dentro può farsi del male.
Ma il Ginepro è bagnato dal mare ed il mare lo bagna fino ai muri, scrostando quell'intonaco bianco diligente e lasciando quello che il mare lascia.. ovvero le rovine.
Le onde del mare che bagnano questa casupola in una sorta di "punto di non ritorno", poichè in quella spiaggia, non si può procedere oltre al Ginepro e ci si deve fermare e tornare indietro, son sempre le benvenute.
Quei quattro muri ed il mare hanno il compito di ostacolo insormontabile per la gente che tenta di vedere e di passare oltre.
La spiaggia, infatti, dura dall'inizio al Ginepro e non "dall'inizio alla fine" come si suol dire.
E' bellissimo, è poetico.
La scia che il sole dipinge sul mare e che riscalda i vecchi muri è illuminante in tutti i sensi.
Il Ginepro abbandonato dall'uomo, viene accudito da Madre Natura che lo scalda e lo bagna tutti i giorni ed esso offre ospitalità alle bestiole che nei giorni di pioggia vanno a dormirci dentro.
Se il Ginepro avesse un'anima, chissà se avrebbe scelto di essere uno dei classici e soliti locali sulla spiaggia che sfrutta la voglia di trasgressione giovanile vendendo porcherie in cambio di qualche euro oppure avesse accolto l'invito di Madre Natura che, con la sua voce profonda e potente, gli dice "Lascia i soldi a coloro che non sentono il mio grido, tu, Ginepro, fatti bagnare da fratello mare e da fratello sole".
Il Ginepro ha ospitato tanta gente ed offerto loro un ristoro ma ora per i vari fattori della vita ha deciso (mi piace pensarla così) che magari sta meglio disabitato a gustarsi appieno la luce del sole, la freschezza del mare che lo bagna e il ringraziamento degli animali che, quando piove, chiedono a lui un po' di conforto.
D'altra parte anche un muro può avere un'anima.
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